martedì 17 agosto 2010

Ragazze in bikini

“Ho scoperto che Pasquale / forse è nato a Cefalù”: è domenica, ma Cefalù fin qui sembra quasi sonnolento e ci concediamo un cappuccino ristoratore (il migliore finora), ma appena attraversata la piazza per raggiungere il lungomare la sensazione ricorda la scena della tenda scostata di “Mediterraneo”: la spiaggia è affollata come mai credo di aver visto. Camminando tra corpi e carabattole da spiaggia lascio Simone che va a farsi un bagno, ma lui ritorna dal lato delle docce, la cosa mi insospettisce… Meglio passeggiare nelle vie del bel borgo, a caccia del duomo, che internamente è splendidamente decorato in stucchi e oro, tale da sembrarci una architettura di panna con cacao (allucinazioni gustative…).


Siamo di nuovo per strada; appena superate le Madonie verso l’interno il paesaggio diventa quello dei film western (girati in USA o Messico o Spagna non importa): terre bruciate dal sole, qualche albero isolato, masserie apparentemente disabitate da tempo, campi bruni addosso a radi picchi rocciosi, pareti di canyon. Così è prima di Enna, dopo invece ecco la sagoma azzurrina e immensa dell’Etna lontano.


Puntiamo a Piazza Armerina per visitare la villa romana del Casale; senza un soldo, veniamo rimbalzati in biglietteria perché non esiste modo di pagare con bancomat o carta, Simone si incazza…

Il ritorno in paese per la caccia a un bancomat è un’operazione

che penosamente richiede più tempo della visita stessa alla striminzita area accessibile al pubblico della villa, di cui tentiamo di intuirne la maestosità e la ricchezza dalla qualità spaventosa dei mosaici nelle sale: scene di scontri tra uomini e animali, scene di caccia, battaglie navali, bestiari, erbari, e la famosissima sala delle ragazze in bikini.


Direzione Ragusa, i gestori del B&B prescelto ci avvisano “se ora siete a Caltagirone allora sarete qui in un’ora, un’ora e un quarto massimo”. Ci arriviamo dopo oltre due ore…: come è dura viaggiare in Sicilia affidandosi alle indicazioni stradali, dove i cartelli non esistono e quando esistono sono uno ogni due o tre incroci, dove si procede spesso a caso nella speranza di aver imboccato la strada giusta, oppure percorrendo chilometri in cerca di uno slargo per poter fare retromarcia augurandosi che nel senso opposto ci siano altre indicazioni. Ogni spostamento per località ignote è un viaggio di scoperta ed esplorazione, ugualmente lo è raggiungere Ragusa Ibla da Ragusa nuova; evidentemente in Sicilia non è dato che degli estranei di debbano spostare tra le città.

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