mercoledì 25 agosto 2010

La ragazza di Ipanema



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Centro, in lungo e in largo, quindi Santa Tereza, Gloria, poi Botafogo, Humaità, Lagoa Rodrigo da Feitas, Ipanema, Leblon, di nuovo Ipanema, Copacabana. Praticamente tutta la Zona Sul camminando in un pomeriggio. Sanno tutti quanto mi piaccia camminare, ma io stesso non pensavo che sarei riuscito a vedere così tanto!

In centro con Luis oggi tocca ai musei. Il Museo das Bellas Artes, niente di che. La collezione del Banco do Brasil invece è entusiasmante!! Ci sono sale dedicate alla prima grande pittrice del Brasile; sale dedicate alla spedizione di scoperta del territorio del Brasile nel 1824 con una marea di mappe, disegni, incisioni; una mostra di disegni umoristici sui supereroi; le eleganti sale del potere visitabili del Banco do Brasil di inizio secolo. La Casa França Brasil. Gironzolo tra le splendide vie del centro storico, le stesse di ieri: rua Buenos Aires, rua Uruguaiana, rua Sete do setembro, rua Senhor dos Passos; sono a caccia di vecchie librerie per trovare vecchie fotografie di Rio.


Finalmente Santa Tereza! Ci vado col bonde, il tram ferrovecchio che corre lungo gli arcos e poi si arrampica su per le stradine di questo bellissimo vecchio quartiere di collina, tranquillo ed elegante. Con il bonde si può arrivare fino al trenino per il Corcovado, ma le piogge di marzo (aguas de março…) hanno fatto franare un pezzo di collina sulle rotaie. Discesa per le strade che portano a Gloria, tra una vista su giardini che sono pezzi di foresta tropicale fitta e vedute sul Pan di Zucchero. Questa tranquillità, queste case eleganti (anche se trasandate), queste vie torte e strette mi fanno pensare alla collina a Torino.

Cammino da Botafogo verso Humaità, il quartiere ai piedi del Corcovado, e infatti eccolo là, il Cristo, altissimo sopra le case (700 metri di parete verticale), scuro contro la luce del tardo pomeriggio. Sete: un ottimo succo di arancia appena spremuto! Rio possiede il suo cimitero monumentale, è ai piedi del morro che divide Humaità da Copacabana: tombe di marmo antiche, tombe di famiglia, tempietti, statue, il tutto vegliato dal Cristo, che veglia anche sulla favela appena dietro al cimitero.


Splendida la Lagoa Rodrigo da Freitas al tramonto: la Pedra da Gavea e i Dois Irmaos si riflettono nelle acque (sporche) di questa laguna circondata dai panettoni rocciosi più famosi del mondo e dalla lingua di sabbia su cui sorge Ipanema. Gente che corre, gente che pedala, chi beve caipirinha ai chioschi, chi voga in canoa, chi pedala sui pedalò; è bello vedere tanti atleti e tante famiglie.

Ipanema, nell’interno, elegante e vivace, piccole strade a senso unico talvolta alberate (a palme!) a scacchiera affollate di negozi, ristoranti, palestre. In via Vinicius da Moraes, ovviamente, entro in un negozio di musica bossanova, paradiso di cd, vinili, monografie, spartiti. Leblon, più ampia e grandiosa ma meno personale di Ipanema, ormai ai piedi della gigantesca roccia dei Dois Irmaos, da cui parte la mitica spiaggia: anche qui regno di podisti, innamorati, gente col cane, pedalatori, scuole di sport su sabbia, fino a tarda notte.

Vado a Copacabana, ma prima mi perdo: è ora di cena, mi fermo a mangiare in un locale, di fianco al mio tavolino c’è un poster con spartiti e note di “Garota de Ipanema”… Mi guardo intorno, alle altre pareti ci sono foto di Tom Jobim…, foto di Heloisa Pinheiro (la “garota”)…, magliette con il testo della canzone…, foto degli anni ’60….. Vuoi vedere che…. Sì!!!!! Il cameriere mi conferma che è proprio il locale dove venne suonata per la prima volta la canzone più famosa della musica bossanova, e anche Aguas de Março, una delle mie canzoni preferite! Incredulo, inizio a passarmi per la testa la musica di questa splendida canzone. Aguas de Março, le mie prime parole di portoghese, le mie prime fantasticherie mentre la ascoltavo a gennaio quando mi hanno annunciato che sarei venuto in Brasile…


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