mercoledì 4 agosto 2010

Per la fiacca calura mediterranea


Giornata in viaggio: stradine, paeselli, boschi, panorami, rovine.



Poco lontano da Scopello sorge lo spettacolare tempio di Segesta, raggiungerlo attraversando la secca e fiacca campagna estiva lungo strade nella campagna siciliana a fichi e masserie disabitate pare far parte del viaggio nel tempo immobile di questo splendido tempio il cui paesaggio circostante non è da meno. E’ il senso del bello estetico di chi ha costruito questo tempio in questo luogo e soprattutto questa città a cui il tempio apparteneva, una città da cui si domina con la vista tutto il golfo di Castellammare, in cima a un cocuzzolo il cui massimo gusto estetico degli antichi greci si svela naturalmente dagli spalti del suo teatro. Il tempio in rugosi blocchi calcarei sta in piedi, con un gran canyon alle spalle e un fresco bosco di pini a lambire il suo colonnato integro; insieme al vento che sibila tra gli aghi di pino portando odori di mandorli e il frinire delle cicale, difficile trovare una immagine più mediterranea di questa. Orzata per un sorso di gustosa frescura.


E in questa calura sentiamo il bisogno di cercare altri boschi e contemplare altri paesaggi, il bosco di Alcamo però si fa desiderare, colpa delle pessime indicazioni stradali. Una salita nel bosco di pini su abbaglianti rocce calcaree ed ecco una impagabile vista: tutto il golfo di Castellammare, l’interno dell’isola che si perde nella foschia, isolati torrioni e cocuzzoli che spuntano dalla campagna bruciata, silenzio, tranquillità. Anche brutture: l’orrenda antenna costruita proprio in faccia ai ruderi del castello; nel paesaggio vediamo delle pale eoliche, ci chiediamo come faccia certa gente a trovare orrende le pale eoliche e non piuttosto i tralicci delle antenne (ogni riferimento a Sgarbi è puramente casuale) e i ponti delle strade anche se sono in pianura.


Simone sponsorizza Monreale, per visitare il magnifico duomo. Sarà anche magnifico il duomo, ma, almeno durante l’avvicinamento, Monreale sembra solo una orrendo agglomerato di case lungo le strade provinciali, ma Simone aveva ragione e il duomo vale la pena di attraversare tali brutture, e pure il vecchio centro cittadino è piacevole. Sotto questo caldo impossibile si celebra un matrimonio: tutti gli ospiti sono agghindati in bellissimi e leggeri vestiti le ragazze, in soffocanti giacche e cravatte gli uomini; un cavallo di un carretto siciliano guarda ogni tanto gli sposini che fanno le foto, giovani studenti paseggiano in cerca di fresco sotto i grandi fichi del cortile. Noi riusciamo ad arrivare all’ingresso del duomo appena dopo la chiusura…

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