giovedì 19 agosto 2010

"Parti domani"....

Due settimane di silenzio totale, poi la notizia: “parti domani per Rio de Janeiro”….


E così riecco tutte quelle operazioni alle quali ormai sono abituato e per cui ormai dovrei pure aver un metodo collaudato, soprattutto per fare il bagaglio, e invece è sempre la solita sofferenza. Quante magliette porto? E i jeans? Se sto la sera cosa porto? E per andare in giro per Rio senza essere troppo appariscente cosa conviene prendere? Quanti libri o pagine complessive mi porto? Basteranno 1000 pagine in totale per 4 settimane? Computer con custodia o senza per guadagnare volume? Vado subito al cantiere o passo del tempo a Rio? Sto a Rio o torno a Macaé dalle mie donzelle? Prendo il trolley o i due zaini? Trolley semivuoto per incastrare anche lo zaino viola? Il problema ogni volta è capire i chili del bagaglio (in caso di elicottero ci possono essere delle limitazioni), e se potrò lasciare all’hotel roba che in cantiere non serve. Tutte cose che sarebbe facile organizzare se chi di dovere fornisse delle normali indicazioni, e invece sembra sempre di chiedere dei segreti industriali.


A Torino c’è sempre una sorta di piccolo rituale: Espresso, Stampa e Repubblica, anche se sono vecchi mi servono per portarmi dietro un ultimo oggetto d’Italia che posso toccare con mano per le 4 settimane e per avere carta da giornale per eventuali imballaggi; wafer e biscottini da pasticceria, a volte per me per la prima settimana di adattamento al cibo da campo non sempre vario e gustoso, a volte da offrire, come succedeva coi bambini in Gabon; una ricarica telefonica per eventuali messaggi ipercostosi una volta arrivato a destinazione; un cappuccino, l’ultimo prima di un mese di astinenza.


A Parigi purtroppo non ho abbastanza tempo sufficiente tra i due voli per scappare in città. Mi devo accontentare di girovagare per i negozi della cittadella dell’immenso Charles de Gaulle, probabilmente il mio luogo più frequentato negli ultimi due anni…. C’è la libreria, bella fornita, dove mi piace passare una marea di tempo a spulciare ogni cosa. La prima tappa sono sempre i libri di viaggio e le cartine: è incredibile come abbia sempre voglia di andare da qualche altra parte anche quando già sto andando da qualche

parte! Sfoglio cartine dell’Africa, dei Caraibi, dell’America del Sud. Vorrei sempre essere da qualche parte, sempre in giro a vedere e scoprire qualcosa, eppure, in questo caso, non mi sto rendendo conto che sto andando in Brasile a Rio de Janeiro!! E allora mi viene in mente quando proprio durante l’anno del Gabon guardavo con invidia quella scritta del volo per Rio de Janeiro mentre io invece prendevo quello per Libreville.


E’ sera, all’imbarco già si sentono voci brasiliane e pian piano rientro nell’umore giusto dei miei viaggi anche se sono per lavoro, pian piano riprendo possesso del portoghese appena imparato, pian piano riprendo a fare quello che mi piace di più: viaggiare, ovunque sia.


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