sabato 15 maggio 2010

"Você vai afondar!"

Il soggiorno col corso mi lascia poco tempo libero, ma cerco sempre di ritagliarmi qualche ora la sera per andare con i compari ai locali lungo la spiaggia a bere qualcosa, come l’altra sera con Juliete, che ha portato una sua cugina. I pomeriggio non occupati da corsi si chiudono spesso in spiaggia, questa fantastica spiaggia illuminata di notte con gente (poca, siamo in autunno qua) che gioca a calcio, oppure surfisti la mattina presto, ciclisti sulla pista ciclabile blu, podisti. I tramonti sono sempre spettacolari dietro a questi panettoni di montagne rotonde.

Il corso procede bene, tra fughe dall’elicottero in acqua e lotta contro incendi. Il gruppo è misto per nazionalità, età, occupazione, esperienza, siamo italiani, francesi, norvegesi, inglesi, canadesi, indiani, chi è geologo, chi è marinaio, chi ha 28 anni, chi 70. Purtroppo si parla inglese e quindi il portoghese procede a rilento, ma procede! Ho conosciuto alcuni ragazzi piacevolmente interessati al nostro essere stranieri e al nostro interesse a parlare la lingua (anche Guillaume ci vuole provare): “ah, bravi, il portoghese! Be’, del resto presto il Brasile sarà la nuova potenza economica del mondo, quindi fate bene a voler imparare il portoghese!” Modesto… Il mio portoghese procede lento ma giorno dopo giorno si arricchisce, grazie anche ai miei compari brasiliani che sembrano più divertiti che altro a sentirmi sforzare di pronunciare il portoghese alla maniera brasiliana, per lo più di Rio, con tutti quei suoni biascicati che non si capisce mai se siano s, z, j, g, c, tanto li fanno tutte uguali! Per adesso la mia prima frase compiuta è stata “você vai afondar!”, come dire “adesso affoghi!” a un ignaro compagno durante le esercitazioni in piscina, cosa che ha fatto ridere tutti. Ma pare che vogliano “lavorare duro” e farci parlare bene, e noi da bravi allievi ci sforziamo di parlare, per lo meno già adesso riusciamo a capirli quando parlano lentamente. Ovviamente non passiamo solo il tempo a parlare di portoghese, ma anche di attività: probabilmente questo fine settimana organizziamo una gita nelle montagne o a Bùzios, ci porta uno di loro con la sua macchina.

Juliete, Deilton, Leandro, Gustavo… Mi piace pensare a come queste persone un giorno potranno essere i miei amici di una possibile nuova vita in Brasile, o pensare come le ramificazioni imprevedibili delle conoscenze, la “rete”, possano portare a conoscere altre persone tramite loro, e altre ancora a catena, fino a quelle che un giorno, chissà, faranno interamente parte della mia vita futura se verrò in Brasile.

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