lunedì 10 maggio 2010

Verso Rio! Ma prima, tappa a Parigi

Dopo la lunga serata pre-partenza mi attende come sempre la “cerimonia” della chiusura della valigia minacciata dalla lunghezza della scelta del vestiario “civile”, non sapendo come si veste la gente e che clima fa ho selezionato magliette e calzoni in quantità da vendere. Partono inoltre con me: la guida del Brasile, un autentico mattone per dimensioni e peso; libro di esercizio di portoghese, perché ovviamente non riesco a farmi scappare l’occasione di impararlo sul posto e aggiungere un’altra lingua al mio curriculum!

Che bella Parigi dall’alto: uno spessore sorprendentemente uniforme di case e tetti chiari profondamente inciso dai larghi viali e dalle vie come se fosse la banchisa in scioglimento all’inizio della primavera. Nelle 6 ore di corrispondenza, per non farmi mancare mai niente, decido di andare in città, treno RER permettendo. Scendo a Notre Dame, che non ho mai visto: pioggerellina, folla. Mi allontano dalla facciata per andare a cercare la tranquillità nel giardino fiorito di fronte all’abside, che leggerezza quei contrafforti di calcare e quelle guglie dalle forme copiate alle conchiglie più belle! Poi, nel cuore del 5e, Rue Dante e le viuzze in pietra con odori di crepes e kebab, tappezzate di annunci e volantini di concerti, tra i quali un concerto denominato “Farinelli” in onore dei castrati in musica…...

Il volo per Rio è notturno, a poco serve il mio finestrino. Non riesco a vedere se non qualche debole luce di villaggi lungo la costa del Marocco, poi l’Oceano più buio del cielo stellato, infine le città del Nuovo Mondo: Fortaleza, Ouro Preto, Nova Friburgo. Una rotta tra cieli limpidi termina con nuvole immense proprio ai confini dello stato di Rio de Janeiro. E’ quasi l’alba sopra la Cidade Maravilhosa.

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