lunedì 17 maggio 2010

Se questo è lavorare...

Se la calma è lo stile dei brasiliani, noi certamente non ci mettiamo fretta: in una domenica luminosa riusciamo a perdere due autobus in un’ora, il primo per una birra al bar, il secondo per una coppetta di gelato.

Siamo a Cabo Frio, zona di villeggiatura prediletta dei carioca di Rio de Janeiro dove quattro sono gli unici colori possibili: blu cobalto del cielo terso, verde brillate dell’erba, bianco della sabbia, azzurro del mare in tutte le sue sfumature. La spiaggia di Però, lunghissima, è il lato di una baia chiusa da promontori e isole inabitate, e qui sfoghiamo la nostra deformazione professionale: Guillaume, Fiorenzo ed io siamo tutti e tre geologi, e non resistiamo a fare un po’ di geologia nella zona che era una volta il rift che si è aperto dando vita all’Oceano Atlantico oltre 130 milioni di anni fa, quando questa porzione di Brasile era unita all’Angola in Africa (comunque per chi si fosse incuriosito, sono tutte rocce sedimentarie del Gondwana di 500 milioni di anni fa metamorfosate e in seguito interrotte da grossi dicchi basaltici).

Qui a Cabo Frio, fondata dai portoghesi nel 1615 e di cui restano un forte e alcune chiese, sviluppata dai ricavi del petrolio brasiliano (nulla di simile ho potuto vedere in Gabon…), la baia è intatta ed è possibile camminare lungo la spiaggia senza vedere alberghi turriformi a deturpare il paesaggio e a rubare il sole. In effetti quello che mi ha sorpreso di tutti i paesaggi che ho visto finora qui in Brasile è la scarsità di case, certamente centri abitati ce ne sono e sono pure vasti e in rapida espansione, senza contare che la maggior parte delle case sono tutte unifamiliari, ma praticamente non si vedono scempi edilizi sullo stile del Mediterraneo o assalti alle coste, che rimangono quindi sostanzialmente intatte nella loro estrema bellezza e soprattutto naturalezza.

Camminiamo lungo la spiaggia tra ombrelloni, porte di calcio, dune buggy, gelati, chioschi, famiglie, amici, amanti, pescatori, agavi, finché ci attira un promontorio coperto d’erba brillante regno di alcune aquile poco indispettite dalla nostra presenza. E finalmente facciamo il bagno: onde e acqua perfetta! La gente è poca, la spiaggia non è affollata sebbene sia domenica, molti vengono da Rio de Janeiro a passare una domenica fuori.

A quanto pare sono stato designato come interprete ufficiale (chi l’avrebbe mai detto…), mi incarico spesso di chiedere informazioni alla gente per strada e agli autisti per sapere dove si trovano le fermate, quale pullman conviene, quando costa il viaggio, e anche se l’autista ci può avvisare quando siamo a destinazione, finora direi che non abbiamo mai fallito una destinazione. Al terminal di Cabo Frio giungono pullman da tutto lo Stato, sui loro musi si leggono nomi leggendari e altri meno noti ma di uguale fascino: Rio de Janeiro, Nova Iguaçu, Nova Friburgo, Monte Alegre. Ci spostiamo verso Bùzios.

A Bùzios, pullman permettendo, ci arriviamo appena dopo il tramonto, troppo tardi per godere della bellezza naturale di questa altra penisola orlata di spiagge e promontori. Ci accontentiamo di un giro in paese lungo la famosa Rua das Pedras, la via principale che non è acciottolata come tutte le strade dei centri, ma lastricata a grandi pietre irregolari, invito al passeggio tra file di negozi di souvenir, boutique dall’aria eccessivamente sciccosa, locali alla moda, ristoranti internazionali (mai visto così tanti ristoranti italiani all’estero…). In effetti, per quello che ci è permesso visitare con questa luce, tutto il centro abitato sembra la classica trappola per turisti, ci promettiamo di ritornarci un mattino della prossima settimana a giudicare più obiettivamente. Sarà colpa di Brigitte Bardot che negli anni ’60 ha reso famoso questo posto invogliando così la ricca borghesia a frequentare questo posto portandosi dietro tutta la parvenza e immagine di ricchezza del portafogli.

Brigitta, ma non potevi restare in Costa Azzurra?


[Foto aggiunte: che fatica fare una selezione!]

1 commento:

  1. Ciao Luca! le tue descrizioni sono sempre più riuscite ed invitanti!
    Enrico

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