domenica 16 maggio 2010

La prima gita

Corso finito, test passato, finito alle 12: oggi gita!!!! Voglio andare nelle montagne, quelle spettacolari e ricche di cascate che si vedono da qui; viene con me Fiorenzo: proveremo a cavarcela da soli con poche parole di portoghese e col buio che arriva già alle 17h30!

Il paesaggio nella luce del pomeriggio è splendido: la regione è collinare, la strada sfila aggirando cocuzzoli di granito glassati da una argilla rossa vivida che rende brillante il verde dell’erba al sole; ovunque si vedono mucche al pascolo libero negli immensi pascoli collinari appartenenti ai diversi ranchos e alle varie fazendas; ogni tanto un fiume o un canale attraverso il nulla dei pascoli e dei boschi, ogni tanto un albero isolato di palma o di banano sulle pendici dei cocuzzoli, oppure palme e banani a loro agio nei boschi tropicali; cavalli bianchi.

Le vere montagne si avvicinano presto, la regione è denominata Região Serrana, la zona delle montagne granitiche, una zona che conserva ancora i resti delle missioni portoghesi del XVII secolo per gli indios Gaurus, Puris, Sacurus: la più nota è dove ora c’è la fazenda das Neves, poco lontano scorre il fiume nel cui letto i neri cercavano vie di fuga verso luoghi sicuri dalle scorrerie dei portoghesi a caccia di schiavi. Qui sono quasi ai piedi della Pedra do Frade [pedra do ffRag(i)], la strada ormai corre stretta tra ripidi prati, foreste, torrenti neri impetuosi, rari ranchos, piccoli paesi.

La strada di Glicério, come tutte le strade centrali di tutti paesi di questo distrito, è intermante lastricata di granito, la fermata è nella piazza principale, una piazza come tutte nel mondo: c’è il benzinaio, la farmacia col pronto soccorso, due ristoranti, il municipio, il giardino. La chiesa del 1927 sorveglia dalla sua collinetta, insieme alla Pedra do Frade tra le nuvole, file di negozietti e piccole casette colorate e semplici e scarsamente arredate strette tra la strada e il torrente, noto in tutto il Brasile per il campionato di rafting che si svolge proprio qui tutti gli anni.

Cerchiamo le cascate con le poche parole che ho imparato a dire, nonostante il mio portoghese stentato tutti mi rispondono parlando a mitraglia e infilando frasi su frasi senza smettere di parlare, così che una semplice domanda “Disculpe, onde é a cachoeira da barragem?” ottiene come risposta un “a cachoeira è …….. hoje …….. a ponte …… não! a direita …… barragem? a pe …… perto de ….. né? o onibus…. Frade ….. as oito….. agora o amanhã …..“. Grazie…..

Le cascate non le troviamo: troppo buio ormai! Ci gustiamo allora l’atmosfera del paese nelle ore in cui tutti tornano a casa. Chi mangia per strada, chi ascolta musica a tutto volume dai woofer della macchina parcheggiata come un juke-box pubblico, chi passeggia in jeans camicia e cravatta e chi in ciabatte e costume e cappellino, chi cucina nel cortile, chi ritira i panni stesi, chi scende a trovare gli amici, chi porta a spasso i figli, chi gioca a palla e chi gioca a saltare la corda, chi sta alle bancarelle.

La notte calda e la tranquillità del posto ci fanno credere che siano le 10 di sera passate, ma sono solo le 6 ed è ora di tornare. Il pullman corre lungo la strada buia e deserta scricchiolando terribilmente a ogni buca (ce ne sono fin troppe) e curandosi poco dei dossi alti come marciapiedi. Il pullman ha un costo che non riusciamo a definire: si sale solo da dietro e c’è la biglietteria a bordo, preso al capolinea non si paga nulla, preso lungo linea si pagano 2,30 $R (1€) indipendentemente da destinazione e distanza, se si riesce a salire davanti non si paga; va a finire che un viaggio di oltre un’ora e almeno 70 km può essere interamente gratuito. E non sarebbe nemmeno una cattiva idea considerando che ci mettiamo più tempo ad aspettare il pullman per attraversare Macaé che non a fare il viaggio nella regione. La cosiddetta calma e pazienza dei sudamericani di fronte agli orari dei pullman scompare quando vedo una signora che si lamenta spiegandomi che la compagnia (l’unica) tiene il monopolio e che sono dei ladri e che se ne fregano della gente e che bisognerebbe lamentarsi col prefetto e che quasi quasi prendo il taxi e che….

Alle 21 finalmente sono a cena.

Nessun commento:

Posta un commento