mercoledì 12 maggio 2010

Primo giorno a Macaé



Non riesco mai ad abituarmi alla inspiegabile densità delle prime giornate e alla loro estrema dilatazione temporale ad ogni inizio di turno in un luogo nuovo, la densità di tale giornate è sovrannaturale, sembra sempre di fare mille cose e di avere vissuto giorni interi, poi si scopre che sono passate appena 24 ore.

Oggi si inizia l’attività, ma non si sa ancora niente: nessuna comunicazione, nessun programma, nessuna indicazione. Con Guillaume, Francesco e Fiorenzo facciamo appena in tempo a prendere una ricchissima colazione che riceviamo una telefonata che ci comunica che stanno venendo a prenderci per fare una visita medica e che …avremmo dovuto fare anche un esame del sangue… E dircelo prima?? Mattinata lunga in questo bel centro medico in una villetta in centro a Macaé, finestre spalancate al fresco di questa giornata di dopo-pioggia e giardinetto di piante e fiori tropicali. Nessuna delle simpatiche ragazze del centro parla inglese, ci arrangiamo in portoghese prima che arrivino “i soccorsi”, tra cui la bella Juliete, giovane laureanda in relazioni internazionali: Juliete ci segue e ci assiste in ogni visita, anche quelle un po’ più imbarazzanti, e anche grazie alla sua simpatia e spigliatezza prestissimo entriamo in confidenza, tanto che probabilmente nel finesettimana ci accompagnerà con la macchina a fare un giro nei dintorni.

A mezzogiorno, quando le visite sono terminate, il tempo non è dei migliori ma c’è voglia unanime di approfittare del pomeriggio libero: vogliamo andiamo a vedere le cascate! Anzi, no: ci vuole un pullman per andare fino al terminal principale, poi il pullman per andare alle cachoeiras presso Glicério, un paesino tra queste splendide le montagne granitiche, troppo tempo tra viaggio e attese considerando che alle 17h30 ormai fa buio. Ripieghiamo su una passeggiata alla Lagoa da Imboassìca che sta alle spalle dell’albergo. Lunghissima spiaggia di sabbia di quarzo in chicchi gialli e trasparenti e frammenti di conchiglie, nessun segno di passaggio, grande quiete nonostante le onde dell’Oceano, vista sul promontorio di Bùzios e Cabo Frio e la fantastica Serra dos Orgaos al tramonto. Il sole sta calando dietro alle spettacolari cime ripide eppure arrotondate della Serra: infiniti pani di zucchero in granito senza soluzione di continuità da qui fino a Rio de Janeiro: chi spicca qui è la Pedra di Frade, perfetta copia del più famoso Pao de Açucar.

Dopo cena c’è ancora tempo per un giro sul lungomare verso il centro: è una troppo tranquilla serata di inizio settimana funestata dalle piogge recenti, passeggiamo sul lungomare in pietra di fianco alla spiaggia illuminata per i giocatori di calcio su sabbia, cercando di non calpestare enormi lumache.

2 commenti:

  1. enormi lumache?
    http://www.mongabay.com/images/uganda/600/ug3-4338.JPG
    ti ricordi? c'erano anche a Gwada

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  2. Penso che siano proprio queste! Quando piove, soprattutto la sera, escono fuori a centinaia. Mi hanno detto però che a toccarle si rischia di prendere la meningite.

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