giovedì 13 maggio 2010

Iniziano le attività

Nella mattinata dell’esame del sangue alle 8h30 (quello rinviato il giorno prima per “sopraggiunta colazione”) l’organizzazione un po’ carente mi regala di primissimo mattino una nuova bella figuraccia: la reception mi chiama alle 7 del mattino “scenda, l’aspettano!”, ma chi?? Così scendo, in pigiama e ciabatte. Mi accoglie un signore che mi squadra da testa a piedi e ritorno: “ma… lei viene così??”, “ma così dove?”, “al corso!”. Ah…. Continuiamo bene…

Abbiamo un corso di sopravvivenza: ci insegnano (di nuovo, dopo Aberdeen e Maracaibo) a domare incendi, a prestare soccorso, valutare rischi e pericoli, evacuare un elicottero sommerso e capovolto. Il centro è in parte alla periferia di Macaé, in parte fuori sulla strada per Bùzios e Rio, in mezzo a dolci colline dal cuore granitico, esattamente come le spettacolari cime della Serra degli Organi alle loro spalle. Oggi particolarmente il paesaggio è incredibilmente luminoso, i colori sono ipersaturi e il cielo sembra naturalmente polarizzato (fotograficamente parlando!).

Il pranzo di oggi è stato in un ristorante lungo la strada: un buffet pieno di piatti, salse, dolci, bevande, ognuno carica il suo piatto come vuole, poi passa alla cassa e paga …al peso! Pago così 12 reals (5 euro) per 7 etti di squisitezze, perché devo ammettere che di squisitezze si tratta. La cucina è decisamente più ricca di quanto non fosse in Venezuela.

Al centro è facile socializzare, soprattutto con i brasiliani, sempre interessati agli stranieri e quasi onorati della loro presenza, per cui iniziamo subito a creare un bel gruppetto e a parlare un poco portoghese. Per l’occasione ho predisposto il solito quadernetto (per il Brasile ho scelto il rosso scuro) su cui annotare le parole o frasi in portoghese e la traduzione via via che le leggo o le sento.

Il cielo dà spettacolo. Al mattino il sole sorge dietro alle isole che ci sono qui al largo colorando di azzurro tutta la splendida spiaggia invasa di surfisti, improvvisi acquazzoni scaricano secchiate d’acqua che si fa fatica a credere che venga davvero dal cielo in tale quantità (i brasiliani comunque continuano sena preoccuparsi a camminarci sotto in calzoncini e ciabatte), arcobaleni che circondano con senso scenografico perfetto la montagna rotonda, tramonti dietro alla Serra degli Organi, e il cielo notturno che a queste latitudini offre stelle e costellazioni sconosciute. Ovviamente, la cosa che mi meraviglia di più è vedere il sole che …gira al contrario durante il giorno.

E stasera si esce con Juliete.

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