lunedì 24 maggio 2010

Rio das Ostras



Domenica: oggi tocca al mare! Juliete ci invita a Rio das Ostras, città giovanissima (1992!) della vivace vita carioca, si estende sulla piana a ridosso della spiaggia, con spiagge e scogliere, attività di mare, festival jazz, ristoranti, negozi di souvenir (ovviamente…), via vai diurno e passeggio serale.

La lunga Praia da Costa de Azul attira soprattutto ragazzi con la tavola da body surf, che si esibiscono in acrobazie sulle onde di due metri e si confrontano ai chioschi davanti a una birra Itaipava. In questi mesi autunnali la spiaggia non è affollata, la gente passeggia al sole, pochi fanno il bagno, molti preferiscono girare per Tocolàndia, il piccolo centro con oggetti di artigianato locale, dolci, souvenir, carabattole.

Ci sono anche gli scogli: la Praia da Baleia è presso un promontorio granitico con degli scogli molto fotogenici in cui molti vanno a prendere il vento. Una balena in dimensioni naturali sguazza immobile nella piscina, mentre un sub la segue per la coda: è il monumento simbolo di Rio das Ostras!

Al tramonto ci raggiunge un compagno del corso di sopravvivenza, Deìlton [Deìuton!], che ci porta a vedere il tramonto alla Lagoa da Iriri (che qui chiamano Lagoa da Cocacola) , e poi a cenare alla pousada della sua famiglia (famiglia attiva: mamma e zio gestiscono la pousada, il papà è prefetto di Macaé, lui ci mostra orgoglioso una foto sul giornale di suo papà insieme a Lula): feijãos, riso, patate, un vassoio pieno di churrasco. E io mi faccio insegnare un po’ di …portoghese da tavola: forchetta, bicchiere, piatto, prosciutto, cucchiaio, bottiglia, coltello, e via dicendo (e mangiando).

Andiamo anche noi a unirci al passeggio serale sul lungomare, in mezzo a chioschi e locali già affollati adesso, immaginarsi in estate! E infatti Juliete dice che in estate qui non c’è un centimetro libero; del resto la località è rinomata e appetita, Deìlton racconta che il quartiere con le piastrelle ai marciapiedi (azulejos) è la zona più cara del Paese. Ci sediamo su un muretto poco lontano dal fico centenario che offrì ombra anche all’imperatore del Brasile Dom Pedro II e al presidente Gétulio Vargas.

Partiamo con uno degli ultimi pullman, l’enorme sforzo fatto col portoghese tra ieri e oggi mi rende stanchissimo.

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