lunedì 31 maggio 2010

Quello che tutti si aspettano

Quello che tutti si aspettano da una domenica pomeriggio e sera in Brasile: amici e festa in spiaggia. Stendiamo i nostri asciugamani in cerchio, al centro ci sono birre (Skol, mah…), succo d’ananas [abacaxi], coca cola e rum, in cerchio ci siamo noi: Guillaume, Suzana, Quelen, Francesco, Mabel, Lirian, Regis, Luciana, Fiorenzo, Mara, Eliane ed io. Mancano solo i bicchieri: quelli ce li offre il chiosco sulla strada. Il resto è notte gradevole con una compagnia eccellente, un miscuglio di persone diverse, di storie, di Paesi, di lingue. E che piacere duettare con Eliane canzoni che ascoltavo molto prima di sapere che avrei mai messo piede in Brasile: Aguas de Março, Garota de Ipanema; è Eliane che tiene a che io parli portoghese, tanto che mi regala un suo libro personale con dedica, autore Machado de Assis.


La giornata ci ha visti cucinare una carbonara a casa di Mabel per pranzo, con amiche e famiglia, una pasta a dire il vero un po’ imbarazzante: è dura cucinare bene per 11 persone! I genitori di Mabel per fortuna hanno gradito lo stesso. Simpaticissima e assolutamente accogliente la famiglia di Mabel! Loro sono abituati ad avere gente in casa, e si vede: nella loro casa piccola ci invitano tutti quanti e si divertono a guardarci cucinare, mentre ci raccontano della loro casa più grande in Espirito Santo da cui si sono trasferiti due mesi fa e ci raccontatno delle numerose domeniche con ospiti italiani e argentini. Impariamo che in Brasile è meglio non fare mai apprezzamenti sull’Argentina, se si vogliono evitare veri incidenti diplomatici! E guai a pronosticare l’Argentina campione del mondo tra un mese! E’ pomeriggio, si guarda in tv il Flamengo. Mabel si esibisce in una sensuale danza del ventre con costume e accompagnamento musicale.


Spiaggia, tramonto, notte, amici nuovi, la luna rossa che spunta dal mare, la Croce del Sud già alta nel cielo. Chissà come continuerà.

domenica 30 maggio 2010

Il mio corso di portoghese

Settimana di corso tecnico alla base, conclusa oggi col test finale, ormai non ci resta che lavorare!

Il portoghese migliora giorno dopo giorno. Periodi in cui la lingua procede a balzi vertiginosi da un giorno all’altro, momenti in cui sembra di regredire paurosamente, giornate in cui sembra di essere in grado di dire di tutto, le nuove parole e i modi di dire che pur di togliersi le soddisfazione di usarle ci si inventano discorsi insensati. Ricordo in tutto e per tutto lo stesso percorso di apprendimento fatto in Guadalupa col francese.

Ovviamente per questo devo ringraziare le varie ragazze che non parlando altro che portoghese mi obbligano a imparare! Spesso con loro si esce di sera, oggi invece che è sabato finalmente si può uscire con calma già al pomeriggio, Purtroppo ….al centro commerciale, apparentemente un grande classico del sabato brasiliano.

Domani a pranzo siamo invitati a casa di Mabel, cucineremo italiano per lei, la sua famiglia e altre amiche. Al pomeriggio, se il tempo sarà migliore delle previsioni, la festa si sposta in spiaggia, dove ci raggiungeranno le altre. Ottimo modo per imparare il portoghese.

lunedì 24 maggio 2010

Rio das Ostras



Domenica: oggi tocca al mare! Juliete ci invita a Rio das Ostras, città giovanissima (1992!) della vivace vita carioca, si estende sulla piana a ridosso della spiaggia, con spiagge e scogliere, attività di mare, festival jazz, ristoranti, negozi di souvenir (ovviamente…), via vai diurno e passeggio serale.

La lunga Praia da Costa de Azul attira soprattutto ragazzi con la tavola da body surf, che si esibiscono in acrobazie sulle onde di due metri e si confrontano ai chioschi davanti a una birra Itaipava. In questi mesi autunnali la spiaggia non è affollata, la gente passeggia al sole, pochi fanno il bagno, molti preferiscono girare per Tocolàndia, il piccolo centro con oggetti di artigianato locale, dolci, souvenir, carabattole.

Ci sono anche gli scogli: la Praia da Baleia è presso un promontorio granitico con degli scogli molto fotogenici in cui molti vanno a prendere il vento. Una balena in dimensioni naturali sguazza immobile nella piscina, mentre un sub la segue per la coda: è il monumento simbolo di Rio das Ostras!

Al tramonto ci raggiunge un compagno del corso di sopravvivenza, Deìlton [Deìuton!], che ci porta a vedere il tramonto alla Lagoa da Iriri (che qui chiamano Lagoa da Cocacola) , e poi a cenare alla pousada della sua famiglia (famiglia attiva: mamma e zio gestiscono la pousada, il papà è prefetto di Macaé, lui ci mostra orgoglioso una foto sul giornale di suo papà insieme a Lula): feijãos, riso, patate, un vassoio pieno di churrasco. E io mi faccio insegnare un po’ di …portoghese da tavola: forchetta, bicchiere, piatto, prosciutto, cucchiaio, bottiglia, coltello, e via dicendo (e mangiando).

Andiamo anche noi a unirci al passeggio serale sul lungomare, in mezzo a chioschi e locali già affollati adesso, immaginarsi in estate! E infatti Juliete dice che in estate qui non c’è un centimetro libero; del resto la località è rinomata e appetita, Deìlton racconta che il quartiere con le piastrelle ai marciapiedi (azulejos) è la zona più cara del Paese. Ci sediamo su un muretto poco lontano dal fico centenario che offrì ombra anche all’imperatore del Brasile Dom Pedro II e al presidente Gétulio Vargas.

Partiamo con uno degli ultimi pullman, l’enorme sforzo fatto col portoghese tra ieri e oggi mi rende stanchissimo.

Palme, bambù e banani ...in montagna

Sabato, la giornata è bella e soprattutto libera, siamo alla fermata dell’onibus per iniziare la nostra scampagnata e facciamo la piacevole conoscenza di due ragazze anche loro in attesa, Suzana ed Ebe. Oggi finalmente andiamo alla città che era una colonia svizzera, Nova Friburgo! E invece al terminal ci dicono che i pullmini non hanno più posti… Ripieghiamo su Sana, paesino nelle montagne per andare a caccia di sentieri e cascate. E invece il pullman che ci hanno fatto prendere a Sana non ci arriva perché fa capolinea prima… Scendiamo per forza a Frade, dove si sente già il fresco della montagna e della foresta.


Frade [Frag(i) per i brasiliani] sorge tra le montagne ai piedi dell’omonima e spettacolare Pedra do Frade, purtroppo già rannuvolato. Nel paesino ci facciamo indicare una strada comoda per raggiungere delle cascate e per salire in cima a uno dei vari morros per godere del panorama, la strada parte da una fazenda.


Il paesaggio è letteralmente sorprendente e spettacolare: piccole vallate caratterizzano un paesaggio di vera montagna con rilievi granitici dai profili dolci e parzialmente coperti da foresta. E’ tutto un alternarsi di mata atlàntica appesa ai ripidi versanti fin sulle cime e vasti pascoli per vacche bianche che ci fissano come extraterrestri, sparse a perdita d’occhio, tanto che ne vediamo di lontanissime, in gruppi e isolate, anche sui versanti lontani tutti appartenenti alla stessa enorme fazenda. Sembra di essere in montagna a una certa quota nelle Alpi, dove i torrenti scorrono attraverso vallate via via spoglie di alberi e tra prati e pietraie, e invece la vegetazione è rigogliosissima fin sulle cime e caratterizzata da boschi di ciuffi di bambù, piantagioni di banane, palme isolate. Siamo letteralmente spaesati!! Come si fa a rendersi conto che siamo in montagna con simili piante! Oltre a diversi abitanti locali o lavoratori delle fazendas incrociamo un gruppetto di geografi, biologi e cartografi dell’università di Rio de Janeiro, in missione nell’area per un progetto di cartografia della regione, chissà se hanno bisogno di due geologi?

Anche solo per il gusto di provare il portoghese chiediamo ripetutamente informazioni alle varie persone che incrociamo, principalmente mandriani a cavallo e abitanti delle rare case inglobate dalla vegetazione; qui l’accento è davvero difficile, e la sensazione di isolamento del paesaggio pian piano ci fanno pensare a quanto siamo lontani da tutto, e quanto lontano da tutto e isolate possano essere le zone dell’interno di questo sterminato Paese, nel Minas Gerais e nel Mato Grosso.

Ecco la cascata! La vediamo dalla strada, incassata in una porzione di foresta, per raggiungerla dobbiamo passare in mezzo a proprietà di gente per nulla infastidita dal nostro passaggio. In mezzo a palme e bambù raggiungiamo questa cascata di medie dimensioni con acqua che scorre su una parete di roccia scurissima circondata da prati e alberi di mata atlàntica. E’ piacevole stare qui in questa pace e in questo paesaggio sorprendente e nuovo per noi, e Guillaume ne approfitta per studiare un po’ di grammatica portoghese.


Tornati a Frade, dopo tutte queste vacche viste tra le montagne, è il caso di provare il loro formaggio: per 12 reals (5 euro) compriamo pane, mortadella (…) e formaggio locale: una forma spessa e di medie dimensioni di un formaggio bianco latte e bucherellato e soffice.

La gente passeggia placidamente per la strada principale lastricata di granito su cui si affacciano bar, paderias (panetterie con un po’ di tutto), parrucchieri, negozi di finimenti per cavalli con selle in bella mostra. In paese notiamo personaggi che fanno pensare piuttosto ai montanari di “un tranquillo week-end di paura”, noi invece abbiamo un’aria poco mimetica, ma la gente ci tratta con estrema discrezione. E’ sabato pomeriggio, nei locali con televisione si guarda Inter-Bayern.


A Macaé, la sera, usciamo con Suzana, una delle ragazze conosciute stamattina: la serata è interessante e vivace! Suzana parla poco inglese, così sono obbligato a parlare in portoghese, con successo devo dire. Con lei ci sono altri amici e amiche, ma la persona con cui ci troviamo meglio oltre a lei è Mabel: anche lei si è appena trasferita qui da Rio de Janeiro e deve iniziare una vita nuova. Suzana, Mabel: ancora una volta mi chiedo se queste persone faranno parte della mia vita qui nei prossimi mesi o anni!