giovedì 23 dicembre 2010

Petròpolis, città imperiale



Case in stile liberty riccamente decorate di stucchi, vetrate colorate, fregi; la cattedrale neogotica di Sao Pedro de Alcantara del 1846 in pietra, il suo altissimo e appuntito campanile, l’organo maestoso, le vetrate istoriate; le case a graticcio con montanti in legno e i ponticelli di legno; gli chalet, i tetti a spiovente; le carrozze a cavalli per le strade eleganti; le residenze eleganti del secolo XIX; il fiume incanalato su cui si specchiano con perfezione scenica gli edifici. Che aria europea questa cittadina sulle montagne della Serra Imperial! Eppure guardando le piante dei giardini e dei parchi si ritorna immediatamente in America ai tropici: ciuffi di bambù, viali a palme, alberi del viaggiatore, banani. Questo curiosissimo miscuglio rende affascinantissima Petropolis, la città imperiale.

Petropolis, “Città di Pedro”, è un’invenzione di Dom Pedro I imperatore del Brasile e completata da Dom Pedro II. La sua storia è molto interssante: mentre Dom Pedro I si stava trasferendo verso Ouro Preto nel Minas Gerais rimase incantato dalla bellezza di questa regione di montagna e decise di fondare la sua residenza estiva per sfuggire al caldo opprimente di Rio de Janeiro, non riuscì però a comprare i terreni da una fazenda, per cui la città sorse poco distante.

La città fu pianificata e sorse secondo criteri urbanistici e paesaggistici che la rendono una graziosa cittadina europea di montagna in paesaggio tropicale. Furono invitati i coloni tedeschi a popolare la nuova città, ecco perché sembra di essere in Europa centrale, tanto che nei dintorni ci sono quartieri dai nomi indiscutibilmente tedeschi (Bingen), un abbondare di capelli biondi e occhi azzurri, vago bilinguismo, abbondanza di salsicce nei bar e di Casas do Alemao (casa del tedesco), senza contare che poco lontano da qui sorge Nova Friburgo. Non poteva mancare la birra: a pochi chilometri da Petropolis sorge Itaipava, la capitale della birra brasiliana con la marca omonima!

E’ quasi natale: al Palacio de Cristal, un autentico palazzo di vetro in stile liberty, sono allestiti chioschi per i mercatini di natale, anche questi squisitamente europei, animati da venditrici in costumi teutonici e addobbati da renne e babbi natali che si arrampicano sulle palme. Per la città, che è meta regionale dello shopping natalizio al punto da organizzarsi carovane di pullman, tutte le vetrine e i lampioni sono a festa, addobbi natalizi, alberelli e presepini, e curiosamente una marea di bikini natalizi; del tutto spiazzante osservare tutto questo mentre la gente gira in ciabatte e calzoncini corti, anche se i più freddolosi, condizionati dal fatto di sentirsi in montagna, azzardano una felpa!


La Serra Imperial, congiunta alla Serra dos Orgaos (Monti degli Organi), che si erge alle spalle della Baia de Guanabara, è un muro, tanto ripida che la rodovia per arrivare a Petropolis si sdoppia nei due sensi di marcia per riuscire ad arrampicarsi sulle montagne pur affrontando un percorso tortuoso e per nulla veloce. Non è certo una strada per andare veloci, ma per smaltire il traffico che collega Rio de Janeiro al Minas Gerais.

La carreggiata in salita si arrampica fin da subito per non infierire sui motori, ma il prezzo da pagare (per chi guida; oppure il guadagno, dipende dai punti di vista, e per me indubbiamente è un guadagno) è un percorso tortuosissimo a mezza costa da affrontare senza ponti né gallerie con ripetute curve strette e tornanti. Ne approfittano decine e decine di bar e chioschi che nelle curve (paura!) offrono birra Itaipava e salsiccia (ovviamente!) e formaggi del Minas. La strada oggi corre sotto le nuvole, da un lato lo strapiombo che sembra di salire le Alpi Apuane, dall’altra la galleria della foresta, regno degli uccelli e delle scimmie (un cartello avverte del loro possibile attraversamento), e quante cascate!

Eccomi arrivato infine a Petropolis, appena sotto le nuvole. Un’aria fresca, la sensazione davvero, guardando l’architettura europea, di essere finiti in Europa; fino a che non torno a guardare gli alberi.



Ecco il percorso:

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