giovedì 30 dicembre 2010

Mi svegliai nella fantascienza

[problemi a inviare il materiale]

Ecco il percorso:

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Il mio compleanno a Rio

[problemi ad inviare il materiale]

martedì 28 dicembre 2010

A zonzo per la città

Giornata calda a Rio, ma non di sole. Volevo andare in spiaggia a vedere la luce di mezzogiorno e la spiaggia affollata, rinvio a giornata di sole vero e implacabile.

Ne approfitto epr tornare a Santa Tereza, il borgo storico sulla collina (tutti gli altri borghi in collina a Rio sono favelas, per definizione: abito in collina, moro no morro, vivo in una favela). Bellissima stradine di granito, case eleganti stile belle epoque, quello stile particolare carioca in cui le villette sontuose sono decorate a stucchi e fregi e colonne e dipinte in colo non pastello come in italia, ma a tinte vivide e brillanti: blu cielo, verde smeraldo, arancione fosforescente, giallo brillante, viola. Il tutto con improvvise balconate vista Pan di Zucchero, belvedere sul centro e i suoi grattacieli, viste sulla Zona Norte fino aperdita d’occhio nella nebbia giusto per rendersi conto che Rio de Janeiro è senza fine. I intanto la vegetazione esuberante e lussureggiante che invade giardini, piazze, chiude strare in gallerie naturali, divelle cancelli e pareti.

Nel parque da Casa das Ruinas una bella casa ormai decrepita permette la vista del Pan di Zucchero attraverso lo scheletro delle sue pareti, mentre il giardino della casa del museu Chacara do Ceu coi suoi alberi in fiore (rosso fuoco!) e bambù e ninfee è ottimo per un riposo sull’erba.

Sono in compagnia, numerosa, si va a mangiare al largo des Guimaraes, il centro di Santa Teresa. Localini sciccosi all’aperto, mentre il bonde sfila sferragliante per le curve strettissime che sembra che debba tranciare le rotaie ad ogni passaggio, ma anche venditori ambulanti con trombette, una marea di turisti anche brasiliani di Rio che vengono a godersi la collina nell’unico quartiere di collina accessibile senza preoccupazioni.

Stasera c’è un evento di Samba all’aperto! Con la massima calma camminiamo fino ai quartieri oltre la gigantesca avenida Presidente Vargas, per passare già nell’area della Zona Norte, in Gamboa. Una zona che già non ha più il fascino del centro e di Botafogo, dall’aria piuttosto trasandata visibile nelle case antiche ben decrepite e nei palazzi recenti più brutti che altrove. E’ in una piazzetta alla base di un morro che sotto un tendone c’è un gruppo di suonatori di samba, tutt’intorno una discreta folla di persone che viene a godersi la musica in piedi per strada oppure seduti sulle scalinate intagliate nel granito che si arrampicano su per la collina tra le case. Provvidenziale il tendone! In poco tempo inizia a piovere, a diluviare, a diluviare torrenzialmente, ben presto le scalinate diventano dei torrenti, la strada si allaga, la gente si stringe sotto il tendone, i musicisti si fermano per un po’ poi riprendono, gente balla coi piedi in acqua. Devono essere ben abituati alla pioggia i carioca, se moltissimi se ne vanno incuranti sotto il diluvio, gente in costume e ciabatte, gente in calzoni e camicia, gente vestita da sera, tutti che passeggiano completamente zuppi senza nemmeno affrettare il passo, solo la testa appena un po’ mestamente piegata in avanti.

Con il diluvio inarrestabile i locali al chiuso di Lapa sono un buon rifugio. Ritrovo curiosamente lo stesso fantastico gruppo che avevo sentito la primissima memorabile sera a Rio ormai a maggio, oggi con un repertorio diverso, più ballabile e caciarone.

lunedì 27 dicembre 2010

Mezzo continente in un luogo solo

Sbarcato a Rio di nuovo (finalmente libero!) scopro che la mia valigia è ancora a Macaé, a 200 km di viaggio, per questo oggi devo andare in giro coi pochi vestiti della piattaforma, in sostanza giro per Rio de Janeiro come un muratore albanese, anche se dall’altro lato magari mi aiuta a tirarmi fuori dalle mire dei vari aggressori.

Rodoviaria di Rio de Janeiro: enorme!!!! Sono giorni di festa, tutto il mondo cristiano è un viaggio per trovare parenti e amici, e in sud America viaggiare significa prendere il pullman: la rodoviaria è affollata come un mercato!

Sono splendide le facce che si incrociano in questo gigantesco terminal! Qui arriva e parte gente da e per tutto il Brasile, ovvero mezzo continente: facce bianche, corpi neri, lineamenti indios, capelli neri corvini, nasi africani, tratti nordici, treccine, giacca e cravatta, zainetti, costume da bagno e havaianas (le ciabatte ufficiali del Brasile), scatoloni, famiglie con bimbi, giramondo con zaini immensi, ladri, viaggi della speranza dal nordeste bello ma povero. E’ impressionante la quantità di umanità che circola in questo angolino di mondo, pazzesca la varietà delle persone, splendido pensare a quali storie di un continente potrei ascoltare se mi mettessi a parlare con 5 persone a caso! Potrei vedere gauchos del sud, agricoltori sertanejos, allevatori del Rio Grande, fazenderos di San Paolo, argentini in vacanza, paraguaiani che contrabbandano merci dalla zona franca di Ciudad del Este. Mezzo continente, non si riesce ad immaginare.

Un centinaio di stalli per le partenze degli autobus e una cinquantina di compagnie che offrono linee che coprono tutto lo stato di Rio de Janeiro, poi i dintorni in Minas Gerais, Sao Paulo e Espirito Santo, quindi tutte le destinazioni di media importanza del sud est del Brasile, infine tutte le destinazioni importanti di tutto il Brasile raggiungibile per strada (Manaus e l’Amazzonia non figurano…), e come gran finale le destinazioni internazionali in Argentina, Uruguay, Paraguay, Cile. Il centro del mondo!!! Eh no, mi dice Luciana: “ma vaa, è a San Paolo che c’è il terminal più grande e importante di tutta l’America Latina! Cinque volte più grande, un milione di passeggeri al giorno… quando arrivi vedrai! ”

La prima cosa che stende un viaggiatore europeo capitando in un sistema di trasporto su gomma del genere è l’impossibilità di poter pensare di presentarsi a fare il biglietto 15 minuti prima della partenza: sbagliatissimo! In Europa i treni hanno sempre posto e puoi sempre prendere uno al volo, alla peggio viaggi in piedi o in corridoio, ma a terra non ci resti; in Brasile i pullman hanno la stessa frequenza o poco più ma una capacità del 10% rispetto a un treno, è la moltitudine di linee che fanno la stessa tratta che riesce a compensare. Pensare di arrivare e prendere il primo onibus che parte è un azzardo che può costare caro come il rimanere a piedi per ore o dover aspettare il giorno dopo, soprattutto nei giorni di festa come adesso.

Per questo devo assolutamente comprare i biglietti per San Paolo per il 29, non posso permettermi di scalare la partenza, problemi di posti dove dormire e di tempo da passare con le persone. La linea Macaense 1001 è la più estesa localmente, e infatti c’è una coda come a Gardaland, paura! Trovato un biglietto per Sao Bernardo, dove sta Luciana, a 73 reais, alle 10 di mattina della durata di 6 ore, ma con un’altra delle 6-8 compagnie che servono RJ - SP.

Per gli stessi motivi mi metto anche a studiare le tratte per fare il giro della mia vacanza. Girovago per i vari stand delle compagnie, a caccia di quelle che servono le mie tratte, studio i percorsi sulle mappe, chiedo ai commessi.

Andare alle Cascate dell’Iguazù, da San Paolo diretto o facendo tappa visita a Curitiba:

San Paolo – Foz do Iguaçu: 1056 km, un viaggio notturno di 16 ore, 160 reais.

San Paolo – Curitiba: 405 km, 15 viaggi giornalieri, 62 reais, 6 ore di viaggio.

Curitiba – Foz di Iguaçu: 636 km, un viaggio notturno di 11 ore, 90 reais.

Una volta a Foz do Iguaçu vado nel Mato Grosso do Sul, a visitare il Pantanal, il viaggio è per Bonito, con cambio a Campo Grande o a Douradas:

Foz do Iguaçu – Campo Grande: 729 km, un viaggio notturno di 11 ore, prezzo ignoto.

Campo Grande – Bonito: 262 km, 4 ore, prezzo ignoto.

Campo Grande – Sao Paulo: 1008 km, un viaggio notturno di 18 ore, 120 reais.

Mi lascio incuriosire dalle mappe con i tragitti dellel linee, e inevitabilmente mi fermo a chiedere indicazioni per il mio prossimo viaggio in primavera: Argentina! Ed ecco le trate da Rio.

Rio de Janeiro – Buenos Aires: 2640 km, 44 ore (!!), 278 reais.

Rio de Janeiro – Santiago del Cile: 3674 km, 62 ore (!!!), 330 reais.

Ore e ore di viaggio per distanze medie!!! L’idea di passare una nottata intera in pullman! E’ per questo che i pullman si dividono in 3 classi: convencional, con poltrone reclinabili e aria; executivo, con poltrone un po’ più reclinabili, aria condizionata, bagno a bordo, servizio bar; noite, con letti!

Ora che sono nuovamente “libero” e posso finalmente pensare al mio viaggio, torvarmi in questa rodoviaria mi fa solo morire dalla voglia di mettermi in viaggio su qualche pullman e attraversare questo continente.

Natale acquatico, se ne può fare a meno

Il natale purtroppo è arrivato, purtroppo perché sono in piattaforma. Non c’è niente da raccontare di speciale, è una festa che tutti vorrebbero passare in famiglia, con gli amici, ovunque ma non qui. Bisogna proprio sforzarsi a riuscire a trovare un motivo per festeggiare stando rinchiusi su questa piattaforma acquatica. Inutile nascondere che tutti vorrebbero essere altrove, molto più che per un compleanno, molto più che per un anniversario, molto più anche per una partita del Brasile in coppa del mondo. Ci vuole sforzo di immaginazione per riuscire a sorridersi e a abbracciarsi facendosi gli auguri quando chiunque sente l’alienazione dello stare lontani non solo dalla famiglia, ma da tutto quanto riguarda la vita civile e normale. Deve essere per questo che ho registrato un grande distacco da parte di tutti: sorrisi tirati, auguri sbrigativi e non sentiti.

Per la cronaca, la sera del 24 ecco un churrasco all’aperto, con torte su torte. Il 25 ecco la sala pranzo con due tavolate coperte di cibo, alberi di ananas impilati, gamberoni grandi come bottiglie, formaggi, pesce, porchetta, torte, una disgustosissima birra senza alcool. C’è anche un sorteggio di regali, non tutti sono stati sorteggiati, ma i più sfortunati hanno vinto un cappellino della ditta. Niente da fare, in queste giornate tutti vorrebbero essere altrove.

E finalmente via. Torno a Rio de Janeiro direttamente, pur essendo davanti a Arraial do Cabo, a 150 km da Rio. Dal finestrino dell’elicottero mi godo con piacere la linea gialla sottile come un filo da cucito che taglia tutto l’orizzonte, quella striscia di sabbia che corre per tutta la costa interrotta ogni tanto da qualche promontorio roccioso, per il resto tutte lagune di sabbia chiarissima, acque calde, e un interno splendido di foreste e montagne come il Corcovado.

Piccolo proivilegio, poter vedere Rio de Janeiro dal mare, sfilando davanti al Pan di Zucchero incappucciato dalle nuvole basse, vedere i palazzi di Copacabana come una facciata di cartone al planetario, , la spiaggia elegante di ipanema, le montagne dei Dois Irmaos con le minuscole casine della favela di Rocinha, la spiaggia da cartolina di Sao Conrado, la Pedra da Gavea, la Barra da Tijuca e le foresta alle spalle. Minuti e minuti volando, finché spazia la vista tutto quanto è Rio de Janeiro, città di mare e di montagna, di spiagge e torrenti, di natura e di palazzi, di lusso e di criminalità, bellezza incomparabile.

venerdì 24 dicembre 2010

Immagini di una settimana sotto natale

Lapa di notte! Ritorno nei locali notturni dove ero stato la primissime sera a Rio de Janeiro. L’animazione e la folla per strada sono sempre le stesse, anzi di più! Stasera c’è Mart’nalia che inaugura un nuovo locale nel centrissimo di Lapa all’angolo tra avenida Mem de Sa e rua do Lavradio, il concerto è privato a invito, ma essendo il locale tutto aperto non ci basta altro che sederci al locale di fronte, già noto a me per le ottime cene nei soggiorni passati. Con la gente che affolla i marciapiedi, c’è solo da scegliere in quale locale sedersi o anche solo davanti a quale locale soffermarsi ad ascoltare musica dal vivo per qualche tempo, splendida offerta di bossa nova, samba, pagode, mpb. La sera non si ferma nemmeno con l’arrivo del diluvio, semplicemente la gente si riversa nei locali o sotto i tendoni.

La serata continua insieme ad Ana Carolina e Carla (due compagne di lavoro) e coi loro amici Beatrix e Umberto, si gioca a sinuca, un biliardo piccolo con buche e quattro palle a testa da mandare in buca stile carambola.


Nuovo viaggio per Macaé, attraversando paesaggi ormai noti ma sempre con qualcosa da scoprire grazie al motorista, che anzi mi riempie di indicazioni per il mio viaggio in Brasile di capodanno. Attraversiamo la zona degli aranceti mentre tutto intorno gli alberi sono in fiore, coi loro fiori rosso fuoco che appunto in Guadeloupe si chiamano Flamboyant.


A Macaé è un piacevole ritorno dopo 6-7 mesi. Macaé, le mie prime immagini del Brasile! E le mie prime conoscenze, le mie prime parole di portoghese, i miei primi giri nei dintorni. Tornare qui dopop questo tempo e rivedere le stesse persone mi fa accorgere di come abbia imparato in modo soddisfacente il portoghese, come non ricordare le prime stentate parole la prima settimana! E invece adesso torno qui con la padronanza di questa lingua, dopo essere stato a teatro a Rio, al cinema, dopo essere stato in grado di sostenere discorsi su ogni argomento senza problemi di espressione.


E’ bello rivedere le persone, è bello poter uscire un’altra sera con Suzana. Che peccato per la nostra distanza.


Con l’estate ufficialmente iniziata, è bello andare in spiaggia in una giornata senza nuvole e poter fare il bagno pensando che nel frattempo l’Italia è bloccata per gelo.





Arraial do Cabo è una regione di dune, tempo fa i rilievi della cittadina erano un’isola, poi le correnti hanno portato la sabbia che ha creato tomboli e lagune collegando le isole alla terraferma formando le grandi lagune della regione Lagos. Questa è la zona delle saline, tutta l’area è coperta da lame d’acqua dal colore vagamente viletto tagliate da qualche strada come le risaie quando sono allagate. Nella passeggiata a mezzogiorno sotto il sole a picco fa caldo, ma il vento rinfresca l’aria, altrimenti non vorrei immaginarmi al posto dei lavoratori di queste saline protetti solamente da un cappello a tesa larga.



Noiosissimo volo in elicottero a fare il giro di tutte le piattaforme, la mia è l’ultima. La giornata è limpida e in questo tardo pomeriggio si riesce a vedere la terraferma anche ben lontano dalla costa. L’isola di Arraial do Cabo è l’ultima a sparire dietro la foschia non appena l’elicottero scende di 100 metri per posarsi sulla prigione acquatica.