sabato 20 novembre 2010

Un giorno in città

Che piacere tornare a passeggiare per Rio, e che piacere poterlo fare come piace a me, ovvero come se abitassi qui da tempo e quindi senza sentire quelloa sorta di obbligo personale a dover visitare tutti i monumenti e gli scorci possibili nel minor tempo possibile, non si sa mai. Stavolta sto a Flamengo, in una zona tranquilla ma pur sempre animata (qualunque luogo a Rio è ben animato!), con chiese interessanti, i negozietti che vendono ogni cosa, gli immancabili bei palazzi inizio XX secolo sepolti dagli sgorbi anni ’50. Per strada il clima è piacevole, ci sono 25-30 gradi del tutto sopportabili, eppure a giudicare dal clima che c’era qui a settembre avrei pensato peggio, e anche a sentire i commenti che mi arrivavano dal Brasile in questi giorni, ma no, si sta bene, e finalmente il sole non tramonta più alle 18, ma abbondantemente oltre le 19h30, finalmente! Anche le spiagge si sono ripopolate considerevolmente, pur non essendo affollate all’inverosimile come in foto estive che ho visto.

Il mio girare per la città come se abitassi qui oggi comporta la caccia ad alcuni libri. La volta scorsa mi era dispiaciuto non potermi portare a casa due libri fotografici su Rio de Janeiro oggi e nel passato, libri che mostrano impietoso il confronto tra la città bellissima di allora e la città sempre bellissima ma pesantemente deturpata di oggi. La libreria sorge nello “shopping” di Botafogo, un enorme centro commerciale multipiano in faccia alla spiaggia di Botafogo con vista sul Pan di Zucchero. Il centro commerciale è già addobbato a festa, con qualche festone e luce colorata, rigorosamente rossi e guai agli altri colori. Già, le feste, il natale che arriva tra un mese: pensavo di vedere più decorazioni, anche per le strade, e invece eccetto qualche luce sparsa arrotolata agli alberi, salvo qualche negozio di articoli da regali decorato come un mercatino di natale europeo, salvo qualche festone all’ingresso dei negozi, di decorazioni ce ne sono veramente poche. Si vede che la voglia di decorare e illuminare è tipica dei paesi freddi e bui sotto natale, del resto per chi è abituato appunto al buio e al freddo a natale è strano pensare al natale quando fuori ci sono 30 gradi e stia per andare a fare il bagno in spiaggia.

Finalmente tropo una grammatica seria di portoghese, quella consigliata dalla mia “maestra” Shanna sulla piattaforma, ora devo mettermi a studiare seriamente!

Nel passeggio da Flamengo a Gloria lungo via Catete è interessante notare come via via verso nord diminuisca il valore dei negozi e degli edifici, mentre aumentino brutti ceffi e gente disperata, per effetto delle favelas dei morros vicini a Gloria. Gloria! Le foto d’epoca del mio nuovo libro mostrano una chiesetta aggrappata agli scogli che covrasta una spiaggetta, potrebbe essere una cartolina dal Mediterraneo più tipico, e invece oggi la chiesetta è attorniata da palazzoni, la spiaggetta è uno slargo, gli scogli sono le fondamenta di una fila di case di fronte alle grandi strade a scorrimento costruite rubando 500 metri al mare; la città deturpata…

Finalmente ho di nuovo un telefono! Stavolta è di Tim, spero che chiamare mi costi meno dei salassi di Oi, e finalmente ora posso organizzare senza dover controllare la posta in ogni occasione. Finalmente libero!

Tanta era la voglia di una torta al cioccolato e un succo d’arancia nei tipicissimi lanchonete che ho fatto il bis appena un chilometro oltre, sulla strada per andare a vedere il tramonto a Ipanema: bellissima Ipanema, in ogni momento, con ogni luce, deserta o affollata. Ritorno in pullman, per godermi la città dalle strade, il che alle 19 mi costa un’ora di traffico lungo l’infinta avenida di Nossa Senhora de Copacabana.

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