venerdì 19 novembre 2010

Dilma presidente

Riecco il Brasile! Ritorno in Brasile col clima che si scalda, con l’estate che si avvicina, con le piogge (mi hanno riferito negli ultimi giorni) che alternano giornate già calde e giornate fredde (da prendere la giacca, almeno così mi hanno detto i brasiliani che sicuramente il freddo vero non conoscono…). Torno in un Brasile che ormai ha scelto Dilma a successore di Lula. Non ce l’ha fatta il candidato Serra, che durante la campagna elettorale si vedeva onnipresente in televisione in spot esaltanti le sue imprese politiche e personali (ricorda qualcuno…), non ce l’ha fatta Marina Silva la candidata dei verdi sostenuta ampiamente dai giovani in cerca di candidati diversi. Buona fortuna al nuovo Brasile di Dilma.

Agli angoli delle strade, nelle piazzole erbose dei grandi incroci, alle stazioni della metropolitana, sul lungomare di Copacabana e Ipanema: in tutti i giorni della campagna elettorale (quando ero a Rio fino a pochi giorni dalle elezioni) non ho potuto fare a meno di vedere migliaia di persone sedute su seggiole pieghevoli, la cua unica occupazione sembrava essere quella di sorvegliare i cartelloni elettorali mobili che tappezzavano la città e il Brasile (spero che siano spariti tutti). Seduti a fissare il vuoto, o a giocherellare col cellulare, a sfogliare un giornaletto di notizie, o chi era fortunato a conversare con dei compagni di lavoro, passavano tutto il tempo seduti ad annoiarsi, a respirare lo smog del leggendario traffico di Rio.

Quella domenica, appena dopo la mia partenza, in Brasile si sono tenute le elezioni: in tutto il Brasile sono stati scelti il presidente, il senatore, il deputato federale, il deputato statale, il prefetto. La battaglia principale era quella per il presidente, per scegliere il successore di Lula, il presidente che nei suoi due mandati è riuscito a portare il Brasile a livello di quasi potenza economica mondiale, il presidente che è riuscito a dare al Brasile un ruolo di peso internazionale, il presidente che ha reso il Brasile un paese guida tra chi non vuole per forza seguire l’economia occidentale, il presidente che si è aggiudicato la coppa del mondo di calcio dopo il 1950 e le prime olimpiadi brasiliane, il presidente che è riuscito a diminuire la povertà di quello che era in parte un paese del terzo mondo fino a pochi decenni fa. Certo, oltre a questi meriti riconosciuti, non mancano episodi di corruzione (che in Brasile è avvertita come elevatissima), non mancano scandali, ma Lula è sempre riuscito in qualche modo a rimanerne fuori. La battaglia per il successore riguardava quindi la scelta tra chi dovrà continuare il lavoro di confermare il Brasile a questi livelli e di migliorarlo.

Non solo guardiani di manifesti per le strade, ma anche una moltitudine di uomini sandwich e un esercito di volantinatori: le strade di Rio, pur pulite regolarmente, all’epoca si riempivano di migliaia e migliaia di foglietti di carta gettati al vento da passanti disinteressati. Pe le strade principali sfilavano cliclisti con una bandiera del candidato montata sul portapacchi. Nelle vie circolavano macchine con altoparlanti che sparavano incessantemente il nome del candidato e i suoi numeri: ogni candidato aveva un numero, presumibilmente per una sorta di “televoto” in modo da poter realizzare una sorta di sondaggio. I candidati più abbienti mandavano in onda infiniti spottoni pubblicitari alla televisione, mentre chi aveva meno mezzi stava personalmente per strada a distribuire il volantino con la propria faccia.

E mentre stavo in piattaforma ci si metteva anche il geologo di pozzo a farci vedere incessantemente 20 anni di foto di lui con Lula: curioso notare come Lula apparisse molto fresco e vigoroso nelle foto più vecchie, mentre stanco e parecchio invecchiato pare nelle foto recenti.

Ora che torno nel Brasile di Dilma, sono curioso di sentire le impressioni della gente, e soprattutto vorrei non farmi derubare.

2 commenti:

  1. Dunque ben arrivato!!!!
    Mi sa che desideravi proprio ritornare nel "tuo" Brasile.
    Allora buona permanenza! Ciao.
    Papa'.

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  2. Sì, anche se per altri motivi la voglia era poca, mi è bastato uscire dal portone per essere di nuovo contento!

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