lunedì 22 novembre 2010

Il forte di Copacabana

Giornata breve: la nottata di ieri reclama il suo conto di ore di sonno! Mi sveglio con una torta al cioccolato e un succo di frutta, i miei immancabili in uno di chissà quante centinaia di migliaia di bar-lanchonete agli angoli di tutte le strade di Rio e del Brasile.

Oggi è domenica e come tutti i fine settimana la carreggiata lato mare di Ipanema e Copacabana è chiusa al traffico, liberi tutti finalmente di circolare in bici, in pattini, di corsa, con lo skate, con le sedie a rotelle, e anche con una minimoto… Per l’occasione si riempie anche di carretti di bevande e cibi da strada: canna da zucchero, acqua di cocco, pannocchie di mais. Non manca una ronda della polizia, se solo le potessero fare sulla spiaggia avrei evitato un’aggressione la volta scorsa… La folla si spande tra spiaggia, non affollatissima, e strada libera, e soprattutto la calçada, la passeggiata col disegno più famoso del mondo, quelle onde bianche e nere infinite lunghe 4 chilometri, cosa che però ai miei occhi e non solo non basta a rendere la spiaggia di Copacabana più attraente di quella di Ipanema.

Copacabana e Ipanema: tra le due spiagge sorge un forte, il Forte di Copacabana, in un luogo dove un tempo sorgeva una chiesetta, all’epoca in cui le due spiagge erano ancora assolutamente selvagge e rarissimi erano gli edifici, principalmente fazendas, chiesetta che prendeva il nome da un paesino in Bolivia sul lago Titicaca: Nossa Sehnora de Copacabana, indi il nome della Avenida che taglia tutta Copacabana. Il forte fu costruito per sorvegliare lo spazio di Oceano a sud, insieme ai forti di Niteroi e di quello ai piedi del Pan Zucchero ai due imbocchi della Baia di Guanabara.

Il Forte di Copacabana, del 1914, non ha molte storie da raccontare, salvo una storica insurrezione di 18 soldati che si opposero alla politica stagnante del momento. L’interno è scarno, i pochi oggetti in mostra non sono spiegati, l’ambiente è impregnato d’acqua, squallido; sono curiosi i due enormi cannoni di fabbricazione tedesca di cui si può visitare il meccanismo complesso comprensivo di rotatie per il caricamento degli enormi proiettili, per il resto niente da segnalare, oltre alla vista su Copacabana.

Superba la vista! Tutta la spiaggia di Copacabana, con tutti i suoi palazzoni anni ’50 (impietose le foto che mostrano il confronto con inizio secolo), ad eccezione del Copacabana Palace che pur avendo meno di 100 anni fa la parte del povero monumento storico adorato e venerato tra tanta bruttura. Le favelas appese ai morros, come casine di un presepe. Tutto il profilo dei morros della Zona Sul: Pavao, Cantagalo, Cabritos, Joao Batista, Babilonia, Urubu, Leme, con alle spalle il Mirante de Dona Marta (che fronteggia il Corcovado, nascoscosto) e le cime dell’Alto da Boavista, più ovviamente il Pao de Açucar. Tutte le montagne a panettone che proseguono al di là della Baia de Guanabara, lato Niteroi. Le varie isolette granitiche al largo di Rio. Fa effetto pensare a queste montagne, isolate tra le lagune e le distese sabbiose, come sassi scagliati contro la sabbia, splendore paesaggistico di Rio de Janeiro. A calcolare le distanze, a indovinare la posizione degli altri quartieri di Rio, è impressionante quanto sia gigantesca e smisuratamente varia questa città. La gente lo sa bene, infatti si sdraia sul tetto del forte e si gode questo panorama invidiabile.

Tutto il promontorio è museo, ma anche piazza pubblica: bar, caffè, ristoranti, esibizioni, concerti, ce n’è da attirare gente a tutte le ore con un ricco programma di attività. Oggi per esempio si sono esibiti dei musicisti che non ho capito se stessero suonando o facendo delle prove, dal momento che interrompevano i pezzi, ma il pubblico numeroso sembra che non se ne sia accorto… Piacevole musica di sottofondo (interruzioni a parte) alla visita di una mostra di quadri, piacevole musica di sottofondo ai clienti a mangiare ai tavolini dei ristoranti vicini. Fortunati i clienti: al tramonto è apparsa una manta proprio sotto al muretto, nuotava nell’acqua come fosse una gigantesca farfalla.

Via da Copacabana, puntatina a Ipanema, sono le 19 e il sole non è ancora tramontato, è bello camminare nella moltitudine carioca con questa luce in questa domenica a un mese da natale.

http://valleser.rumo.com.br/forte.htm


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