giovedì 23 settembre 2010

Bravo studente

Il mio portoghese è ancora troppo fragile, troppo suscettibile agli “attacchi” delle altre lingue che conosco: un fragile castello di carte che costruisco bene quando parlo a lungo con dei brasiliani autentici, ma che si crepa quando parlo portoghese con chi brasiliano non è, e che crolla non appena scambio qualche frase in spagnolo coi tanti boliviani o argentini o colombiani; anche il francese che uso coi tencnici della base a volte fa danno. Lavoro con Oscar in cabina, per cui entrambi ci parliamo nel nostro portoghese maccheronico.


Lo spagnolo è il principale nemico del mio portoghese; non che sappia una lingua meglio dell’altra, però basta qualche parola e il mio “pilota automatico” nel cervello, che è impostato sul portoghese, si inceppa, così inizia la contaminazione, mescolando parole nelle due lingue, non sapendo più quali parole usare.


Conversare con la gente è il modo che preferisco per imparare una lingua, il mio apprendimento è fatto per imitazione, proprio come fanno i bambini quando imparano a parlare; poi integro annotando sul mio quaderno amaranto le parole nuove, le frasi essenziali di base, i verbi, facendo schede tematiche (giorni della settimana, momenti del giorno, oggetti a tavola, parti del corpo, verbi simili), aggiungendo esercizi dalla mia grammatica tascabile. Mi servirebbe un po’ di grammatica seria e ben fatta, per dare un’ossatura alla mia molle carne linguistica.


Qui in piattaforma c’è una ragazza che insegna inglese ai brasiliani e portoghese ai gringo (anche qui gli americani li chiamano così; vengono tutti da Mississippi o Louisiana, a volte non si capisce nemmeno se stiano veramente parlando in inglese): i brasiliani studiano per lavorare meglio, i gringo imparano qualche parola come souvenir da esibire una volta a casa davanti a una birra tra amici.


Ogni giorno tiene 4 o 5 lezioni, con inglese o portoghese a giorni alterni, così uno giorno sì e uno no vado anche io a fare lo studente. Le lezioni sono sempre un piacere! Si conversa, mi fa imparare coniugazioni dei verbi, ortografia, pronuncia corretta delle lettere, ma anche scioglilingua, accenti carioca e paulista, fumetti con doppi sensi, frasi tipiche. Il suo forte nelle ultime due lezioni sono le espressioni idiomatiche carioca, così ora so dire: cazzaro, credersi chissà chi, schiappa, fare il prezioso, pisciare, sgamato, farsi una figura di merda, fare lo spocchioso, spettacolo!, arraffare, tirarsela. Così per i prossimi giorni a Rio posso provare a fare il carioca pra caramba!

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