La Cidade de Deus, la favela piú pericolosa di Rio de Janeiro, sorge appena oltre il finestrino lungo la strada che mi sta portando all´aeroporto turistico ed eliporto di Barra da Tijuca, dietro quel roccione che é l´Alto da Boavista con la sua spettacolare Floresta da Tijuca. Passata la galleria il paesaggio cambia: non piú favelas a perdita d´occhio, non piú le sagome del Corcovado e del Pan di Zucchero, non piú i quartieri della Zona Sul, ma una zona che é indefinitamente campagna, montagna, mare. La Barra da Tijuca sembra essere lontana chilometri e chilometri da Rio de Janeiro, eppure é ancora Rio de Janeiro a tutti gli effetti. Quersta é una zona residenziale, bella, strade larghissime e villette con piscina, parchi acquatici, campi da golf, scuole di beach volley.
L´elicottero si allontana dalla Barra, alto abbastanza da vedere il mare come un panno di velluto, le onde dell´Oceano come panna, le montagne di Rio altissime che spuntano dalla piana costiera. In lontananza verso ovest c´é una laguna immensa, una striscia di terra sottile come un ago e che si perde all´orizzonte tra la foschia, disabitata, incontaminata, a pochi chilometri dall´ammasso umano che é Rio de Janeiro.
Che piacere incontrare Fabiana!! Ci siamo imbarcati sulla stessa piattaforma, lavoreremo insieme! A dire il vero piú che lavorare finora non abbiamo fatto altro che parlare di viaggi e dei viaggi che potremmo farci quando io dovessi abitare qui. Qua si lavora in portoghese, che bello poter parlare con Fabiana in portoghese e non piú in inglese!!
Novitá: non ho fatto in tempo ad arrivare e sistemarmi e trovare i miei compagni di lavoro conosciuti a Macaé che giá mi sbarcano. La piattaforma ha un problema, oggi torno a terra in attesa di riparazioni: Macaé, Rio de Janeiro, non si sa. E le mie vacanze continuano, eppure sono venuto qui per lavorare.....
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