martedì 15 giugno 2010

La Barra da Tijuca

Me l’avevano detto che Rio de Janeiro è enorme, ma non potevo credere così tanto.

Accompagnamo Fabiana da sua sorella che abita nella Barra da Tijuca, dove sorge anche l’aeroporto turistico di Rio. Questa striscia di sabbia si stende per almeno 20 chilometri tra i roccioni di Sao Conrado (lontano dalla Pedra da Gavea sopra Leblon) e le montagne del Morro da Ilha. Qui il paesaggio è, del tutto diverso da quello che si affaccia sulla baia dall’altro lato: qui sembra tutto più ampio e spazioso, anche tranquillo, sembra di essere davvero da un’altra parte, soprattutto guardando le montagne dell’Alto da Boavista e del Parque Nacional Da Floresta da Tijuca, una montagna incontaminata piantata nel centro della città.

Siamo ad almeno 20 chilometri dalla Zona Sul, la Rio turistica. L’Avenida das Americas ha più corsie che altro, centri commerciali, grossi palazzi, aree condominiali recintate, quartieri di villette con piscina, paludi, altre favelas, una spiaggia bianchissima, ogni tanto leggo un civico: 15000. La guardo bene questa zona di Rio: sarà anche bella e benestante, ma è lontano da tutto, negozi non ce ne sono, i pullman impiegano un’ora per raggiungere anche solo Leblon-Ipanema; qui tutto è recintato per ragioni di sicurezza, tanto che certe aree per ragioni di sicurezza sono totalmente indipendenti avendo le loro scuole e negozi entro i recinti sorvegliati.

A che serve vivere a Rio così?

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