sabato 19 marzo 2011

150

Che fastidio questa pioggia fredda in un marzo più freddo del solito, le vallate liguri sono inondate di acqua che scorre sugli ulivi argentati e che sfonda i rami delle mimose coi fiori imbevuti come spugne e si riversa nei fondovalle a ridare dignità ai rigagnoli, che per breve tempo si esaltano e prendono un po’ tropo la mano sfogandosi nelle uniche giornate all’anno in cui contano qualcosa. Si torna a casa di corsa, combinazione è la serata della notte bianca a Torino e tutti si stanno riversando in città, così penso all’ingresso della tangenziale davanti alla stazione di Moncalieri, e invece e solo quella indecente rotonda in corso Unità d’Italia.

Torino piena: di pioggia, di gente, di aria di festa; per i 150 anni dell’Unità d’Italia succede quello che era successo durante le olimpiadi e anche di più: i torinesi riscoprono la loro città e i turisti si abituano ad aggiungere un’altra città che merita una visita e ormai anche un soggiorno intero. Non ricordo una simile folla per la città nel 2006, e sarebbe il solito discorso di chi ha perso un po’ di memoria o di chi vuol esaltare gli eventi, ma verament enel 2006 non vedevo la gente invadere tutte contemporaneamente le vie del centro di giorno e di notte, ormai la gente passeggia a piedi anche per le strade, e le macchine devono arrendersi a una tale e inaspettata folla anche nelle viuzze. Sarà merito delle vie pedonali recenti, merito della giornata finalmente senza la pioggia diluviante della sera prima, sarà merito forse della gente stessa che è uscita da casa a godersi la città o dei tanti turisti (stavolta italiani) che sono venuti a conoscere una città sempre ingiustamente sottovalutata.

Che spettacolo la “città grigia” (per i detrattori ignoranti) tinta di verdebiancorosso! Non c’è palazzo che non esponga almeno una bandiera, sono molto più numerose che per i mondiali di calcio, unico evento che sappia ripensare all’unità nazionale. E che spettacolo che da questa settimana per mesi e mesi la città sia finalmente tutta in vetrina: anche i cortili che spesso visito di nascosto prima di farmi beccare dai custodi sono finalmente visitabili, i piccoli palazzetti nascosti negli interni sono improvvisamente diventati dei capolavori per la città intera e non più solo per pochi come me, le Officine Grandi Riparazioni vengono riscoperte per il fascino di archeologia industriale che suscitavano in me già 7 anni fa quando erano ancora all’abbandono totale.

La città è vigorosa ed è riuscita a rinnovarsi, come ha detto pure Napolitano in discorso ufficiale, forse sorpreso pure lui. Ogni volta che vegono dei miei amici da fuori in visita a Torino questi rimangono sempre esaltati dalla città, lo facciano anche tanti di quei torinesi che se ne restano sempre chiusi in casa a lamentarsi. Ecco, in questi giorni di festa di tutti mi sento di portare un augurio ai torinesi: che la smettano di lamentarsi (lo so, quasi impossibile per dei piemontesi!) e che imparino una volta di più ad apprezzare la loro città che non sfigura di fronte a una marea di altre città inspiegabilmente sopravvalutate.

Di passaggio tra il soggiorno ligure e una nuova fase brasiliana, è sempre un immenso piacere stare a Torino.

Nessun commento:

Posta un commento