lunedì 5 luglio 2010

Macaé

Il sabato, persa Rio, deve essere sfruttato: gita alle isole! Ci sono delle isole davanti a Macaé, blocchi di gneiss con foresta e scogliere e spiagge, le principali sono la Ilha do Frances e la Ilha de Sant’ana con un bel faro bianco in cima. Al mercato del pesce alcuni pescatori accettano di caricare a bordo dei passeggeri per un passaggio fino alle isole, ma non oggi: piove, tempo feio, tempo orrendo.


Macaé: mai visitata bene prima, e in effetti non è che ci sia molto da visitare. La città è un paesino di pescatori cresciuto troppo in fretta da quando è diventata la capitale brasiliana del petrolio, con l’arrivo di Petrobras e 4000 imprese (quattromila!!!) di altre ditte del settore e dell’indotto: da 70 000 a oltre 200 000 abitanti in 10 anni. Col petrolio sono sorti nuovi quartieri, un’espansione su grandi estensioni (qui niente palazzoni, solo casette, ed espansioni programmate stile SimCity con le strade asfaltate e i cavi elettrici piantati nelle aree ancora inedificate), l’arrivo della ricchezza, con l’aumento dei prezzi, e l’arrivo della povertà, con le due favelas. Il centro conserva qualche raro edificio storico, per il resto tutta edilizia stile americano. Una strada principale pedonale, rua Barbosa, è la strada del passeggio (solo commerciale), tutte le altre strade del centro sono attività di ogni tipo; due sono i terminal dei pullman, quello comunale e quello per le lunghe distanze; grandi magazzini in centro che vendono un po’ di tutto, carabattole, prodotti naturali; shopping, come qui si chiamano le bancarelle o i centri commerciali, e proprio in uno dei più grossi c’è anche il cinema; una fiera di gastronomia a giugno; la spiaggia di Cavaleiros, luogo di svago per facoltosi (una capirinha costa 7-9 reais contro i 4 di Copacabana, figuriamoci qualunque altro chiosco del Paese).


Passeggio verso la zona nord di Macaé, verso la laguna e parco di Jurubatiba. Percorro la spiaggia dal porto di pesca col mercato del pesce. Mi accorgo tropo tardi che questo quartiere potrebbe essere una delle due favelas, ma è tutto tranquillo: ci sono molti bambini che giocano a pallone e molti più bambini e ragazzi che fanno volare aquiloni altissimi nel cielo, e la mia unica paura è di farmi tagliare la gola da uno dei fili tesissimi e invisibili degli aquiloni in caso di manovra sbagliata…


A una pasticceria all’angolo si guarda la partita: Argentina - Germania! I brasiliani affranti dall’eliminazione del Brasile cercano (e trovano, 4-0!) conforto con l’eliminazione dell’odiata Argentina e del più odiato Maradona (“Maradona: come si permette di dire che è il giocatore migliore della storia del calcio? Migliore di Pelé!?!?!?”), e ogni azione della Germania è un coro di “Mais um, mais um!!” [un altro gol, un altro!]. Con le grandi squadre sudamericane eliminate (pazienza per l’Argentina) i brasiliani sperano nel Paraguay contro la Spagna, peccato che David Villa nel pomeriggio non sia stato d’accordo.


Vado a caccia di musica: ho scoperto dei gruppi niente niente male! Cerco: Novos Baianos, eccellente gruppo di MPB (Mùsica Popular Brasileira) degli anni ’70, mescolando samba e rock; Casa das Maquinas, gran gruppo progressive anni ’70 che mi ricordano ma PFM; Maria Rita, figlia d’arte (figlia di Elis Regina) ma con merito, canta bossanova. Faticosissimo trovare la musica degli anni ’70 sebbene almeno i Novos Baianos siano un gruppo famosissimo qui, che viene considerata “musica antica”, non parliamo poi del negozio di musica evangelica (niente organo o requiem o altro, solo musica rock con testo religioso…. del resto nelle chiese durante la messa ci sono gruppi rock che suonano dal vivo!). Trovo: Maria Rita, Caetano Veloso, Vanessa da Mata, raccolta di bossanova, raccolta di samba moderno; spesa totale 60 reais, 30 euro.


Serata al cinema, con Liliane: film ambientato in Italia! A vedere un bel pezzo di Verona, Siena e la Toscana mi viene nostalgia di formaggi, paesaggi, architettura nostrani!

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