lunedì 12 luglio 2010

La mia macchina foto è dispersa per Rio

Colazione con Fabiana e Carla, poi ultimo viaggio a Rio. Il viaggio con l’autista è piacevole, ha una storia personale molto interessante: un passato da motociclista semiprofessionista, poi la carriera militare nel finale della dittatura quando era parte della guardia del presidente-dittatore, quindi la carriera nei trasporti facendo l’apripista dei convogli eccezionali, infine l’autista privato, e poi il suo matrimonio sbagliato e la sua compagna attuale che era sua amica e si sono dovuti aspettare per anni prima di scoprirsi. Una storia a tratti discutibile, a è senza dubbio che sia interessante. La carriera militare è stata una imposizione data dalla storia militare di tutta la sua famiglia, ma lui ammette di essersi sempre trovato a proprio agio nelle regole, io voglio sperare che le regole non gli siano piaciute eccessivamente a scapito della popolazione brasiliana durante il suo lavoro come guardia del dittatore.


Per mio grande piacere devo passare da Rio de Janeiro dove c’è la mia macchina foto …(rimasta al momento dell’imbarco in piattaforma), splendida occasione per tornare nella cidade maravilhosa: vedere Rio in questa bella giornata di sole è entusiasmante come la prima sera ormai 6 settimane fa, anche se questa volta dal ponte di Niteroi ho anche la curiosità di vedere le montagne a nord della baia: il profilo del Dedo de Deus, strana formazione rocciosa che sembra un dito puntato verso il cielo, uno dei simboli dello stato di Rio de Janeiro. E poi c’è Rio: scorrendo lungo la strada di accesso da nord verso la Zona Sul, a vedere i palazzi nuovi del Centro intorno a resti di palazzi coloniali e palazzi stile liberty decrepiti, spesso grandi scheletri di fabbriche d’altri tempi.

Passiamo dal centro, per andare alla sede della ditta, che si trova da qualche parte in uno dei piani intermedi di un enorme grattacielo nero, talmente grande e animato che sembra una città. Un breve sguardo ad altri palazzi qui nel Centro e si capisce subito che questi grattacieli offrono tutto quello che può servire alla vita lavorativa e anche alla vita quotidiana delle persone che qui lavorano o qui passano: innanzitutto ogni grattacielo ha uno spazio al piano interrato, con negozi di ogni genere, posta, tabacchi, librerie, musica, ristoranti, dentro; poi ci sono camminatoi interni che collegano i grattacieli, oltre quindi ai marciapiedi in strada! Tutto questo è sepolto sotto una media di un centinaio di metri di edifici tanto alti e ravvicinati che il sole non si lascia vedere su questo suolo se non in piena estate, quando arrivano in soccorso gli alberi.


Il “giro turistico stradale” prosegue attraversando luoghi e soprattutto immagini.

Cinelandia, dove c’è l’albergo in cui ritrovo la mia macchina: un lussuoso albergo d’epoca sepolto anch’esso tra i grattacieli di varie epoche; per il resto sono resti eleganti di condomini decrepiti stile liberty, con le facciate coperte di stucchi dipinti e simbolo di un’epoca d’oro definitivamente passata.

Gli archi bianchi di calce del bonde di Lapa per Santa Teresa (sembra di passare sotto l’acquedotto romano a Roma), col tram diretto verso la chiesetta che in nessun modo sono riuscito a raggiungere in occasione dle mio precedente giro notturno, quando con Fiorenzo abbiamo fatto una passeggiata solitaria che ha fatto inorridire per il rischio corso tutti quelli a cui lo abbiamo detto. Dietro agli archi ecco la grande e brutta cattedrale stile anni ’70, un cono con grandi mattonelle, la sagoma di una centrale nucleare in piena città.

I sontuosissimi palazzi neoclassici del Centro, stuccati e dorati, tetti in lamiera stile francese, marmi, statue; gli edifici del potere in stile neoclassico, gigantesche colonne e timpani dietro alle palme.

Il museo di arte e cultura in un vecchio edificio coloniale sopra un basso morro, sovrastato dai grattacieli del Centro.

Chiese in stile neogotico che appaiono minuscole sotto gli edifici altissimi, come fiori ai piedi degli alberi.

E ovviamente, il Pao de Açucar che spunta tra le vie e il Cristo Redentore appena restaurato che svetta sopra ogni cosa, peccato che non abbia portato fortuna ai mondiali; sperano che lo faccia proprio qui nel 2014.

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