mercoledì 7 luglio 2010

Bùzios

Bùzios, il luogo di autocompiacimento di ricconi carioca e di felici coppiette brasiliane. Scoperta da Brigitte Bardot negli anni ’60 ospite del suo fidanzato, e frequentata anche da Mick Jagger di passaggio nel ‘74, il paesino di pescatori si è arricchito di villette, pousade, ristoranti di ogni cucina (e a prezzi generalmente doppi), vie lastricate di mattonelle di granito e lastroni di pietra (da cui la famosa Rua das Pedras), negozi di ciabatte Havaianas (imprescindibili!), negozi di carabattole e souvenirs, boutique sciccose (o anche solo dal nome finto italiano o francese), punti di surf e immersioni.


Due ore di viaggio (9 reais, 5 euro) e arrivo in centro a Bùzios, che in realtà è un comprensorio di quartieri disseminati sul grande promontorio con 17 spiagge una più bella dell’altra; ci arrivo da Cabo Frio in una giornata di scampagnata solitaria (i miei amici sono tutti imbarcati e le ragazze hanno il cell staccato perché dormono fino a tardi…). Contento di vedere come realmente è la bellezza naturalistica e paesaggistica di questa città che nella visita notturna precedente (http://ilgeonauta.blogspot.com/2010/05/se-questo-e-lavorare.html) mi era parsa decisamente trappola per turisti, e in effetti ne ho avuto la conferma, ma la bellezza naturale è indiscutibile! La penisola rocciosa si allunga verso est, spiagge di sabbia incassata in profonde insenature a sud, lunghe spiagge ariose e isolotti a nord, tratti di foresta, scogliere, grotte. Oggi la cosa più bella è la vista della ampia baia verso nord, con il sole sopra le montagne rotonde della Serra dos Orgaos, i montagnoni del Morro de Sao Joao in Rio das Ostras e del Morro Grande che sembrano vulcani, le montagne oltre Macaé. Tutto sembra un vasto arcipelago di montagne che spuntano dal mare quasi a 360 gradi.


Mi lascio invogliare da un tour di 3 ore in barca per la baia (35 reais, 20 euro), percorso nella baia della parte nord, a visitare spiaggette e isole, con musica (disco in voga qui) e caipirinha, più gamberetti serviti da un motoscafo per merenda. Sulla barca non siamo tantissimi: quasi tutti brasiliani, qualche cileno, un solo italiano; sono principalmente coppiette, famigliole, e un bel mazzetto di truzzi brasiliani.

L’Ilha Feia è la tappa più interessante: è un enorme scoglio al largo della baia, pareti granitiche, grotte, densissima mata atlantica esattamente come nell’entroterra, urubù e altri rapaci sembrano essere gli unici abitanti, a caccia di chissà quali prede nascoste nella vegetazione fittissima.


Resta poco tempo per una passeggiata dal lato sud del promontorio, alle 17h30 il sole sta scendendo troppo presto come sempre a queste latitudini (22 gradi sud, il tropico del capricorno passa appena al largo di Arraial do Cabo). Il tramonto è dei pescatori che lanciano le reti nelle acque immobili di fronte alla statua di Brigitte Bardot, due artisti stanno finendo i loro castelli sabbia grandi come una macchina, i ristorantini splendidamente decorati e illuminati accolgono i primi clienti.


Con molta fortuna trovo il van wolksvagen (quello che adora Omar) per Sant’Antonio, che mi lascia a Rio das Ostras dove con ancora più fortuna c’è il van per Macaé appena dietro.

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