sabato 10 luglio 2010

L'ultimo giorno

Il corso non esiste: sono stato sbarcato in fretta e furia per un corso che non è stato attivato perché ci sarei solo io, e così devo tornare a casa… La partenza è programmata per dopodomani.

Un’uscita con Suzana e Liliane, probabilmente l’ultima, nella solita Cavaleiros, questa volta in un locale diverso, più rustico e quindi meno costoso; le ragazze prendono una pizza, la condiscono orrendamente con maionese…


L’ultimo giorno intero libero dovrebbe essere una scampagnata ad Arraial do Cabo, il terzo dei promontori con Bùzios e Cabo Frio: fa bello, non andare sarebbe un giorno sprecato! Il giorno va sprecato: grossi malintesi alla base tra le persone che stanno organizzando il mio volo di ritorno.

Alle 9h40, su mia richiesta di passare da Rio de Janeiro prima di andare all’aeroporto domani, mi viene detto che un taxi passerà a prendermi di lì a poco alle 10, ovvero a minuti….. Ma il volo doveva essere domani! Io ho ancora un po’ di cose da sistemare, tutta la mia roba è in lavanderia a lavare, e volevo vedere ancora una volta alcune persone.

Da non credere: io chiedo di anticipare di un’ora la partenza di domani, e solo perché adesso mi sono fatto vivo, pur ammettendo che il volo fosse realmente oggi, mi dicono solo adesso che il taxi è quasi sotto l’albergo! O nessuno è in grado di pensare che mi si dovrebbe avvisare per tempo o nessuno è in grado di fare una prenotazione o nessuno legge quello che scrivono i colleghi (come si è poi dimostrato). Alla fine il volo è domani, ma io ho buttato via tutta la mattina.

Mi resta il pomeriggio, andrò di nuovo a passeggiare per Macaé. Prima, un’ultima passeggiata lungo la spiaggia, fino a oltre Cavaleiros, a godermi il cielo senza una nuvola e il vento leggero da nord-est, con il mare piacevolmente sgombro di quelle brutte navi da appoggio alle piattaforme solitamente ancorate in brutta vista davanti alle isole dell’arcipelago; c’è chi prende il sole, chi fa surf, beati loro. Le strade di Macaé senza fascino a volte nascondono qualche chiesetta, che è semplicemente un edificio come un altro con una facciata a disegno con guglie e piastrellata, nulla più, al posto dell’organo c’è una batteria e delle seggiole con delle chitarre elettriche.

A un tratto, lontano dietro una casa, spunta una chiesa e un Cristo Redentore: è una collinetta con la chiesa di Sant’Anna, edificata nel 1630, forse la cosa più antica che ci sia da queste parti. Dalla sua cima la vista è magnifica: una copia del Cristo di Rio abbraccia la distesa di casette della cittadina di Macaé senza il fascino dell’originale, il resto è un bellissimo fondale di montagne fino a perdita d’occhio, con la Pedra do Frade in fondo alla Linha Azul senza nubi come mai prima, la piana della laguna di Jurubatiba, le montagne lontane verso Friburgo, i rilievi verso Campos già nello stato di Espirito Santo, la loro caratteristica forma rotonda, e il Morro de Sao Joao dietro Rio das Ostras. Devo ammettere che a tratti mi sembra di essere in collina a Torino, e mi rendo conto di quanto mi piaccia più guardare in direzione di queste montagne che non in direzione del mare e delle isole. Il cimitero lascia intendere il passato migratorio di Macaé e del Brasile intero: una lapide in memoria di una donna con un nome inconfondibilmente italiano (purtroppo non ricordo il nome) e le indicazioni lo confermano: nata a Brescia, morta a Macaé tanti anni fa; prima di andare via mi soffermo davanti a una tomba di marmo finissimamente scolpito a Rio de Janeiro nel 1893.

Scendendo passo dalla stazione: sorpresa, c’è un treno! La linea, Central Atlantica do Sul, è stata disattivata di recente, anche se era solo più per merci, scorre in mezzo alla città, e un progetto prevede che in due anni venga riattivata come linea metropolitana per il trasporto integrato urbano. In stazione, appena ripitturata (in sud America le insegne e i motivi non si stampano, si pitturano), si trovano nascosti nello scalo alcuni vecchi vagoncini il legno, sembra di vedere una vecchia ferrovia dell’America Centrale!


Il tardo pomeriggio è preso dalla partita Uruguay-Olanda, vista alla pasticceria davanti a un bel pezzo di dolce brigadero (una torta di cioccolato), ma ho appuntamento con Mabel allo shopping, così dal pullman provo a il risultato del secondo tempo ogni volta che passiamo davanti a un bar o un negozio con una televisione. Con Mabel è una bella serata tra lo shopping e una salita notturna in pieno stile torinese alla chiesa di Sant’Anna (che lei non conosceva), infine un giro a Cavaleiros, prima di salutarci: è la mia ultima sera. Liliane e Suzana non riesco a vederle più.

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