venerdì 7 gennaio 2011

Meraviglia del mondo


Un gigantesco, impressionante, rombante buco nell'acqua: in fondo la Garganta del Diablo vista dal lato argentino e' una visione che diresti non esistere sulla terra in base alle leggi della fisica piu' semplici e invece da quella passerella che attraversa tutto il Rio Iguazu' fino al bordo vedi che le leggi della fisica creano la meraviglia del mondo. Avvolti dall'acqua nebulizzata quasi non si riesce a pensare nulla di fronte allo spettacolo del fondo del canyon d'acqua visto da sopra. L'acqua romba, corre verso il precipizio, cade, vola, acqua ovunque, ¨come in cielo, cosi' in terra¨ (continuo a sentire l'oboe di Gabriel in Mission...); il fondo del canyon stesso e' invisibile, forse intangibile, probabilmente e' una massa di schiuma su cui si adagia l'arcobaleno, a volte pare affiorare tra la nebbiolina, ma gli unici a saperlo sono i rondoni che riescono a volare in questo mondo d'acqua, gettandosi nella nebbia, forse nell'acqua, chissa' come riescono ad aggrapparsi alla roccia umida sotto le cascate!

La visita dal lato argentino permette di toccarle queste cascate, di correre insieme a lei negli intagli della roccia di questo propizio scalino basaltico. La gigantesca ansa del Rio Iguazu e' tagliata, tranciata dallo scalino, come un righello la roccia cede il passo all'aria, l'acqua impetuosa si getta in una miriade di salti, getti, cascate, come in uno spettacolo di nuoto sincronizzato. Lo spettacolo aereo e' coreografato dall'arcobaleno, dai rondoni, dagli aironi che perlustrano con le loro ali immense il canale del canyon; lo spettacolo acquatico e' una colata d'acqua che si vaporizza e rovina al suolo creandosi in getti alti piu' delle cascate stesse; lo spettacolo terrestre sono le rocce e i cespugli tirati dal vento costante della immane forza dell'acqua.

Alla frontiera argentina appena dopo il ponte (colori verde e giallo da un lato, azzurro e bianco dall'altro, dipinto come ogni cosa in questo continente) il primo impatto con l'altrettanto grande Argentina e' il timbro sul passaporto, nulla piu', il paesaggio e' lo stesso, semmai qui tutto e' bianco e azzurro. Sorprende invece notare come in parte cambi il paesaggio umano: capelloni argentini secondo il perfetto stereotipo che ne hanno i brasiliani, ma soprattutto un'aspetto da viaggiatori professionisti, coi loro megazaini ripieni, i loro vestiti da viaggio che in Italia non useremmo nemmeno come pigiama, sembre con quell'aria di trovarsi perfettamente a loro agio anche dormendo sulla terra battuta: loro stanno viaggiando e conoscendo il mondo, che importa la comodita' materiale!
Strana gente gli argentini, quell'aria sempre in viaggio quando invece i brasiliani viaggiano molto poco, quello sguardo negli occhi di profondo orgoglio di essere argentini che si nota quando si chiede loro la provenienza (IO sono di Buenos Aires!). Tratto distinguibile a chilometri di distanza dell'essere argentino: il mate portatile, un argentino non si separa MAI dalla propria bevanda preferita! Per le cascate, essendo una giornata lunga, sono frotte di ragazzi e ragazze, ma anche piu' anziani, con il loro barilotto a tracolla con aggangio per il bicchierino a forma di melanzana che accoglie quella erba mate che sembra impastare tutto il bicchiere e la cannuccia da cui esce quel liquido vitale amaro.

Nel ritorno verso il Brasile oltre il fiume ci concediamo una birra, la Quilmes! Il venditore ci spiega con orgoglio (te pareva!) che la Quilmes e' ovviamente la birra migliore che si trovi in Argentina, e che la Brahma che si vende in Brasile altro non e' che la stessa identica birra imbottigliata con un'etichetta diversa. E allora superando il ponte quadricolore ci portiamo dietro l'unico ricordo materiale dell'Argentina, la bottiglia di birra Quilmes,; ricordi nella mente, che sono sempre i piu' importanti (speriamo che non ci venga l'Alzheimer...), sono oggi pieni di acqua di questa meraviglia del mondo, con un appuntamento in Argentina per il mese di marzo, se tutto va bene, pronto a percorrere un altro immenso paese fino alla sua estrema punta meridionale. Proprio vero che una volta che si inizia non si vuole piu' smettere. Buon viaggio.
E buon viaggio anche a voi verso la Bolivia, Jerome e Karine, eccellenti compagni di viaggio di questa giornata alle cascate.



Nessun commento:

Posta un commento