martedì 4 gennaio 2011

In giro a São Paulo

Giorno di partenza per Foz do Iguaçu. Da São Bernardo alla stazione di metropolitana piú vicina si attraversano le stagioni in questa immensa cittá, lo si vede guardando l'orizzonte con le nuvole basse che corrono veloci come se fossimo in Inghilterra, a volte nere, a volte bianche brillanti. I grattacieli della cittá sono continuamente sfumati nella foschia e nelle nuvole basse, talvolta dalla pioggia. Pioggia che arriva improvvisa com un muro d'acqua da cui i motociclisti in movimento o in servizio non riescono a proteggersi nemmeno con tute impermeabili totali. Arrivo alla metropolitana che diluvia, esco in Avenida Paulista che non piove né ha piovuto, probabilmetne São Paulo é cosí grande che da qualche parte é giá inverno. Ed eccola la via piú famosa di questa cittá da fantascienza, coi suoi palazzi nemmeno troppo soffocanti interrotti da qualche sopravvissuta casa di fazenderos del caffé dei tempi d'oro del commercio del caffé, prima che São Paulo divenisse il motore economico del Brasile. La Avenida Paulista sorge su una sorta di crinale, quasi come se i fazenderos avessero voluto scegliere il luogo piú visibile per le loro sontuose ville, e oggi questo fa sí che da un lato e dall'altro le vie traverse in certi punti si precipitino in basso come rampe di garage, permettendo di sbirciare sulla cittá lontana e vedere quello che giá mi aspettavo: una distesa a perdita d'occhio di grattacieli.
Di São Paulo vorrei visitare il centro, quel triangolo storico con la cattedrale e il monastero di São Bento. Strano centro: selva di palazzi, qualche elegante edificio storico stile inizio secolo XX, filobus bianchi e rossi che sembra una cittá dell'est Europa, palme abbondanti, la sensazione che tutto sia bello ma niente sia imperdibile, che nel complesso si avverta la mancanza di un edificio davvero memorabile, di un luogo davvero speciale che si distingua dagli altri, di un quartiere che abbia una qualche caratteristica visibile oltre alle razze della gente. Il quartiere italiano é fatto di case basse e ristorantini, ok, ma nulla piú; il quartiere giapponese é fatto di lampioni vagamente giapponesi e vetrine che ricordano templi, ma niente piú.
Sono alla rodoviaria Tiete, quella che Luciana mi aveva annunciato essere immensa, e in effetti lo é, grande come un grande aeroporto. Le destinazioni qui sono per tutto il Paese, per mezzo continente, vista una compagnia che serve Cuzco in Peru. Tra poco si parte per le cascate, per Foz di Iguaçu. Mentre ancora dall'agenzia di Bonito nel Pantanal non riesco ad ottenere nessuna risposta: spero di non trovarmi senza nulla da fare tra 5 giorni!

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