domenica 23 novembre 2014

Benvenuti in Ciad

N'djamena, vie giallo ocra

Giallo ocra è il colore predominante a N’djamena, o per lo meno in questo periodo di stagione secca. Tutte le vie e le strade sembrano polverose, una patina riveste ogni luogo. La sabbia terrosa delle vie secondarie si insinua nelle vie principali, sbiadisce i muri pitturati alla maniera tropicale, scolora l’asfalto già sbiadito dal sole, ancora caldissimo pur essendo ormai ben oltre l’equatore. Anche gli alberi subiscono questa sporcatura, sbiaditi dalla polvere di un terreno non più bagnato dalle piogge torrenziali della stagione delle piogge che pare essersi conclusa qualche settimana fa.

Societé Tchadienne des Eaux
E’ media mattina, sono le 8, è già tardi per l’Africa, dove il giorno si accende in pochi minuti intorno alle 6 e l’umanità gli sta dietro per iniziare la giornata senza arroventarsi. Sono sulla terrazza degli alloggiamenti e il terzo piano in questa città sembra essere abbastanza alto da permettermi di apprezzare il panorama su N’djamena, dove sono prevalentemente gli alberi a disegnare la skyline, eccezion fatta per pochi elementi artificiali che si contano sulle dita di una mano: un palazzone in cemento, un enorme monumento che potrebbe essere la facciata monumentale della cattedrale, i minareti della moschea, e una manciata di “castelli d’acqua”, tali si chiamano in lingua francese gli imbuti delle torri dell’acqua.


Due delle molte torri dell'acqua

La secchezza di questi giorni mi fa chiedere da dove arrivi tanta acqua da poter riempire tali imbuti, ma soprattutto mi fa chiedere quanto ce ne sia bisogno quando questa stagione perdurerà nei prossimi mesi. Sarà stata la pioggia torrenziale della stagione delle piogge appena conclusa? Oppure viene dal fiume? C’è un fiume a N’djamena, lo Chari (Sciarì), la città sorge sulla sua sponda orientale mentre al di là se ne sta il Camerun. Lo Chari scorre da sudest, proviene dalla repubblica Centrafricana, taglia le praterie del Sahel e riempie il lago Ciad poco più a nord di dove stiamo adesso, il mitico lago nel bel mezzo del deserto ormai in via di prosciugamento. Paesi tranquilli quelli che si affacciano sulle sue sponde in ritiro, Ciad, Niger e Camerun, decisamente meno la Nigeria di Boko Haram, che opera proprio nella regione del lago, dove i militari camerunesi stanno facendo efficace opera di contenimento. Il fiume l’avevo intravisto dall’aereo, sorvolando il buio totale dell’Africa saheliana sotto il cielo gigantesco di un Orione sdraiato a queste latitudini, gli unici indizi erano stati i riflessi di alcuni edifici illuminati sulla sponda ciadiana che ero riuscito a intravedere.


La cattedrale in lontananza?

Una moschea


Che posto è questo? Dove sorge N’djamena? Come è il mondo in questi dintorni? Chi lo abita?
La mia attività per i prossimi giorni.

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