Ho conosciuto il sogno italiano.
Sulla spiaggia di Camburì, sulla calçada
(la passeggiata) ho bevuto del succo di maracujà ai bei tavolini di un chiosco
in cui certi segnali non lasciavano molto spazio a dubbi: una bandiera italiana
(probabilmente quella dell’Ungheria ma appesa in verticale), un menù misto
brasiliano – italiano, il buon portoghese del cameriere tradito però, nei
momenti di esitazione, dalle interiezioni tipiche di chi è madrelingua italiano.
Scopro quindi che il chiosco è di un italiano che ha assunto due inservienti
italiani insieme a un brasiliano e una brasiliana. Il chiosco in spiaggia in
Brasile: il sogno italiano.
Che cosa spinge a venire proprio qui,
a Vitòria, a cercare il sogno italiano? Indubbiamente sono belle le spiagge
dello Espìrito Santo, sono anche particolarmente belle e rinomate qua in
Brasile le donne capixaba, forse per l’apporto
dei caratteri italiani e tedeschi delle colonie nelle montagne, le montagne
dell’interno sono un luogo idilliaco, però bisogna riconoscere che questa non è
una parte di Brasile di quello che noi intendiamo come “il Brasile”: il Brasile
di chi sogna il chiosco in spiaggia è quello di Rio de Janeiro, ma soprattutto
quello delle mitiche spiagge di Recife e Fortaleza, di solito nessuno parla o
tanto meno conosce Vitòria. Girando per Vitòria e i dintorni mi sono quindi chiesto
cosa abbia da offrire questa città.
Catedral Metropolitana |
Vitòria, una città che di solito si
considera insieme alla dirimpettaia Vila Velha appena oltre lo stretto che
rende Vitòria un’isola, entrambe sono tra le città più antiche del Brasile
(1551 e 1535 rispettivamente), ma, come ogni città brasiliana che abbia un
minimo di storia, gli edifici storici e i monumenti sono veramente pochi
superstiti annacquati da un mare di orrendi palazzi e oscene spianate (come
alcuni isolotti nella baia ora inglobati nella terraferma, come scopro da una
bellissima foto del 1954). Quello che si riesce ancora a vedere in Vitòria lascia
intuire quanto potesse essere bella la cittadina un tempo, con la bianca
cattedrale neogotica svettante tra le belle casette basse colorate (quelle che
restano), tra una scalinata e uno scalone monumentale, col sofisticato palazzo
Anchieta soffocato dalle navi cargo a poche decine di metri.
Il Palaço Anchieta |
Tutto qui l’interesse storico per
questa città, il resto sono classici quartieri residenziali di classi più o
meno benestanti e borgate semi povere lambite da immancabili favelas. La parte
nuova della città, quella che si considera benestante nel compiacimenti di chi
ci abita, si stende già sulla terraferma appena oltre il canale nord, area in
cui non mancano i parchi urbani.
La Pedra da Cebola |
Nel Parque da Pedra da Cebola,
dove i graniti e gli gneiss si sfogliano come cipolle, appunto, e dove una
curiosa pietra scanalata adagiata sul suolo domina il parco, con il compare
colombiano Jùlio César conosciamo Brunna, che sta portando in visita il suo
amico peruviano Elvis, occasione perfetta per domandare come ci si diverte a
Vitòria: il suo suggerimento è il Triàngulo das Bermudas, la zona dei locali nota
in tutto il paese, come nel più noto triangolo atlantico questo è un luogo in
cui ci si perde, non in senso fisico però. Per me, abituato a uscire al
quadrilatero di Torino giorno e sera, è stato decisamente sorprendente aver
trovato un’altra denominazione geometrica per indicare la zona designata al
divertimento, peccato che la realtà non corrisponda al mio pensiero. Ci ero già
stato al Triàngulo: arrivando in rua Joao da Cruz angolo Joaquim Lìrio, mi ero
aspettato di trovare decine e decine di locali, bar, ristoranti, frotte di
gente per strada, gran via vai e piacevole fracasso, mi ero ritrovato invece un
gruppuscolo di localini bar e ristoranti concentrati lungo la viuzza e nei
primi metri delle due-tre strade che la incrociano, nulla più. Niente di quel
fracasso preannunciato da tanto nome pomposo, ma i soliti barucci con le solite
sedie in plastica gialla o rossa, più qualche ristorantino e una gelateria che
serve gianduia. Tutto qui? Questa è la famosa vita notturna di Vitòria? Nella
piazza principale di un paesino provenzale c’è più animazione. Me la spiega
Brunna la mia delusione: l’area, acquisendo valore, ha visto un tale aumento
degli affitti di recente che molti locali hanno deciso di trasferirsi altrove.
Ci suggerisce quindi di scoprire un’altra zona molto animata, presso
l’università UFES, e non a caso: già dalle 18 molti più localini iniziano a
riempirsi di gente, per la verità dall’età media un po’ più bassa, ma l’area ha
un’atmosfera molto più piacevole.
Oltre ad uscire per locali ai
brasiliani piace moltissimo andare a correre e fare sport in spiaggia la sera
(il pomeriggio tardi, quando si esce da lavoro o scuola e fa già buio, per cui
conta già come sera), così come al mattino presto: corsa, bici, pattini, skate,
ma anche scuole di beach volley, calcio in spiaggia, futvòlei.
Pare che non si faccia il bagno,
a Vitòria, acqua troppo inquinata. E’ frustrante andare in spiaggia e vedere
che nessuno fa il bagno, che anzi nessuno sta in spiaggia durante la giornata,
troppe spiagge hanno divieto di balneazione, il perché lo lascia intuire l’enorme
complesso siderurgico al fondo della spiaggia, pare il panorama dell’Ilva di
Taranto. Non si salvano dal divieto neppure la Ilha do Boi e la Ilha do Frade,
isolette e penisole per ricchi capixaba, consolandosi almeno col rumore del
mare e con la vista di Vitòria al tramonto che sembra quasi bella, con le sue
montagne dietro agli edifici quasi come se fossimo a Rio de Janeiro.
Torno a pensare al sogno italiano
di chi viene qui. Se devo pensare alla città non ci trovo quel gran guadagno, è
forse questo che stavano cercando i due camerieri italiani sulla spiaggia di
Camburì?
Beh... finalmente hai ricominciato a scrivere i tuoi bei racconti.
RispondiEliminaPapa'
Sì! E casualmente proprio da dove avevo interrotto, a Vitòria.
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