giovedì 9 luglio 2015

Nel mare di notte

Ci sono volte in cui la notte nel mare è talmente buia che mare e cielo si fondono in un unico spazio nero, che confonde i sensi: non si trova più l’orizzonte, non si percepisce più il sopra, il sotto, il vicino, il lontano, sembra di essere dentro ad una sfera buia, inconsistente, sospesi nel centro, a fluttuare nel vuoto assoluto, come in una grotta senza luci quando si sperimenta il buio pesto, o come nel sonno quando si chiudono gli occhi e il dormiveglia accompagna la mente nel primo passaggio tra la realtà e il sogno.
Quando pare di vedere delle lucine fioche, lontane come in fondo al deserto dei Tartari, ecco che navi o cantieri distanti sembrano là per indicarti l’equatore della tua sfera di buio, come a ricordarti che tu esisti ancora nello spazio fisico, e che esistono ancora un sopra e un sotto.
E dire che invece in certe notti è il mare ad essere buio e il cielo ad essere chiaro. Da dove arriva il tenue chiarore del cielo, di tutti i cieli? C’è Libreville non molto lontano da qui, a volte il bagliore del suo cielo, oltre il lembo che delimita l’estuario, sembra visibile appena con la visione periferica, quella che sola aiuta a vedere gli oggetti dei cielo più deboli ad occhio nudo. Come fa il cielo a emanare questo impercettibile chiarore, saranno forse i miliardi di stelle invisibili?

Ma stanotte nel mare non c’è nemmeno la luce debole del brillio di una perla di un qualche colombre.

2 commenti:

  1. Stessa sensazione su un ghiacciaio, quando si viene avvolti dalla nebbia: sparizione di qualunque riferimento, paura, terrore, senso del nulla e rischio di finire in qualche crepaccio.
    Ma almeno li' in piattaforma questo rischio non c'e' (Ci sono le ringhiere ai bordi?).

    Papa'

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  2. Un nulla completamente bianco anziché nero...
    Dove vado di solito io a guardare non c'è nessuna ringhiera, c'è solo il mare sotto.

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