sabato 14 febbraio 2015

Vendetta sul Ciad

E’ recente la notizia che Boko Haram ha attaccato un villaggio sulle sponde ciadiane del lago Ciad, uccidendo alcune persone e incendiando il villaggio. Hanno attraversato il lago di notte, si sono voluti vendicare della partecipazione del Ciad all’intervento militare insieme al Camerun di qualche settimana fa, in cui molti jihadisti sono stati uccisi in un’operazione a Gamboru, cittadina nigeriana appena oltre il confine.
Quello del Ciad è un esercito molto preparato rispetto a quelli degli altri Paesi della regione. In Nigeria l’opposizione a Boko Haram, sia politica che militare, è stata scarsissima, lasciando troppo facilmente il nord est del Paese in balia di questa organizzazione, tanto che di recente il presidente nigeriano in visita elettorale da queste parti è stato accolto a sassate. Il Camerun, che con una striscia di terra larga 30 km nel punto più stretto si insinua tra Nigeria e Ciad fino al lago, era riuscito a scoraggiare dal preparare incursioni, fino al giorno dell’attacco alla città di Fotokol poi respinto dall’esercito alcune settimane fa. Se ancora ce ne fosse bisogno, la Francia mantiene la sua presenza nella ex colonia con una guarnigione di un migliaio di soldati tra esercito e Legione Straniera, presumibilmente pronta a intervenire su richiesta del Presidente del Ciad; i soldati li avevo visti in un’occasione a uno dei ristoranti gestiti da francesi di N’djamena.

Tutto questo avviene nella regione a nord di N’djamena, le steppe polverose della zona del lago Ciad e dei fiumi che riempiono questa stanca gigantesca oasi prima del grande deserto. Dai cieli di N’djamena non si riesce a vedere il lago, troppo lontano per questa foschia nell’aria, vuoi per l’umidità nella stagione delle piogge, vuoi per la polvere sospesa e non spazzata dai venti nella stagione secca: non sono mai riuscito a vedere il lago dai finestrini degli aerei in atterraggio e decollo dalla pista della capitale.