domenica 7 agosto 2011

Diario del mare

Il mare. Anzi, il mare Oceano, dall’altra parte del mondo, lato Nuovo Mondo. Mai uguale.

Giovedì. Mare agitato, vento forte che schiuma onde alte e lunghe, si barcolla quando si cammina e ci si culla quando si dorme, e l'orizzonte è troppo mobile. Potrebbe essere uno splendido vascello a tre alberi, di quelli che un tempo venivano qui a scoprire nuove coste nel Nuovo Mondo, o che portavano “al lavoro” Charles Darwin, o anche la fantasiosa Surprise di “Ai confini del mare”, invece è un'orrida piattaforma.

Venerdì. La quasi tempesta di ieri, placatasi, lascia uno strascico di onde amplissime: lunghe, alte, lente, dal livello più alto della piattaforma, quasi di nascosto, guardo il mare dove l'orizzonte non più fisso è tagliato da un piovasco lontano.

Sabato. Le onde, oggi, provengono da nord, quasi come se le onde di ieri grandi come dune stessero ritornando indietro rimbalzate dalla terraferma di Cabo Frio. Chissà se ci sono già le balene in queste acque?