sabato 12 febbraio 2011

Francia - Brasile: 1 - 0

Sono a Nizza in un bel pub, tutti stanno guardando la partita Francia-Brasile, un classico per i francesi dopo le grandi vittorie in finale nel 1998 e alle semifinali del 2006, imbattuti dal 1984 (la partita che si vede con le interferenze in Amélie…), che si sono riuniti distrattamente a vedere questa scialba amichevole, a dimostrazione di come a tanti francesi il calcio interessi solo quando si vince e quando si vince con l’Italia o con il Brasile.

Durante le azioni più interessanti sento gridare “dai, dai dai!”: ma in Francia non si dice “dai”! E poi dei più chiarissimi e inconfondibili “dai, essa porra” e anche “caralho!”, indubitabilmente provenienti dalla piccola tifoseria brasiliana. Ci sono brasiliani e brasiliane anche qui a Nizza! Nel frastuono provo a cogliere qualche parola ma è difficile: qualche “treish” smaccatamente carioca, qualche altra bestemmia per passaggi sbagliati, tante urla, e l’agitarsi di una ragazza in maglietta gialla, viso chiaro ma africano, capelli riccissimi biondo oro: lei senza dubbio è brasiliana! E mentre provo a guardare gli altri brasiliani e brasiliani, con Dori (che è stata anche lei in Brasile) notiamo come effettivamente chiunque nella sala potrebbe essere brasiliano, anche noi, tanto è varia la fisionomia dei brasiliani.

E a Nizza è bello uscire queste sere fredde, girare per il centro piccolo ma elegante pieno di locali che una via da sola eguaglia l’offerta ligure da Ventimiglia a Diano.